Roma – La calotta glaciale della Groenlandia si sta screpolando più rapidamente a causa dei cambiamenti climatici. Una ulteriore conferma giunge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, condotto dagli scienziati della Durham University e dell’Ohio State University. Il team, guidato da Tom Chudley e Ian Howat, ha esaminato oltre 8.000 mappe di superficie tridimensionali della regione artica, create da immagini satellitari ad alta risoluzione, per identificare le crepe sulla superficie della calotta glaciale e mostrare come si sono evoluti i crepacci in Groenlandia tra il 2016 e il 2021.
Gli iceberg provenienti dalla calotta glaciale della Groenlandia scendono lungo il fiordo nei pressi della città groenlandese di Uummannaq. Credito
Tom Chudley (Università di Durham)
Il gruppo di ricerca ha scoperto che le dimensioni e la profondità delle fenditure ai margini della calotta glaciale in rapido scorrimento sono aumentate notevolmente nel periodo di indagine. I crepacci, fratture o crepe a forma di cuneo che si aprono nei ghiacciai, si formano quindi più rapidamente di quanto rilevato in precedenza, provocando lo scorrimento del ghiaccio a velocità più elevate. Dal 1992, riportano gli esperti, lo scioglimento della calotta in Groenlandia è stato associato a un innalzamento di 14 millimetri del livello del mare. Se tutto il ghiaccio si trasformasse in forma liquida, le stime suggeriscono che il livello del mare potrebbe aumentare di circa sette metri. Secondo questo lavoro, entro il 2100 la calotta potrebbe contribuire fino a 30 cm di innalzamento delle acque. Gli autori hanno scoperto che, ai margini della Groenlandia, dove i grandi ghiacciai incontrano il mare, le accelerazioni nella velocità del flusso glaciale erano associate a significativi aumenti del volume dei crepacci.
Nel ghiacciaio Store, uno sbocco glaciale della calotta glaciale della Groenlandia occidentale, si formano profonde fenditure nel ghiaccio che scorre velocemente. Credito Tom Chudley (Università di Durham)
“Per la prima volta – afferma Chudley – siamo in grado di osservare aumenti significativi nelle dimensioni e nella profondità delle fenditure dei ghiacciai a flusso rapido ai margini della calotta glaciale della Groenlandia, in scale temporali di cinque anni e meno. Questo set di dati evidenzia l’aumento dell’estensione dei crepacci, che diventano sempre più grandi e profondi”. “Man mano che i crepacci si allargano – conclude Howat – alimentano i meccanismi che fanno muovere più velocemente i ghiacciai della calotta glaciale, spingendo acqua e calore verso l’interno della calotta glaciale e accelerando il distacco degli iceberg nell’oceano. Questi processi possono a loro volta accelerare il flusso del ghiaccio e portare alla formazione di crepacci sempre più profondi: un effetto domino che potrebbe esacerbare la perdita di ghiaccio dalla Groenlandia”. (30Science.com)
Gallery
- Il dott. Tom Chudley, Leverhulme Early Career Fellow, Dipartimento di Geografia, Università di Durham, che ha diretto la ricerca. Credito Università di Durham (Notizie e immagini del Nord)
- Crepacci nel ghiacciaio Store, un ghiacciaio terminale marino della calotta glaciale della Groenlandia occidentale. Credito Tom Chudley (Università di Durham)
- Crepacci nel ghiacciaio Store, un ghiacciaio terminale marino della calotta glaciale della Groenlandia occidentale. Credito Tom Chudley (Università di Durham)
- Fotografie scattate da un elicottero nel 2006 dei crepacci del Sermeq Kujalleq, in Groenlandia, il ghiacciaio più veloce del mondo. Credito Prof. Ian Joughin, Università di Washington
- Utilizzando il metodo di recente sviluppo, i ricercatori hanno estratto i crepacci dai modelli di elevazione digitale della superficie della calotta glaciale. Le mappe mostrano come i crepacci sono cambiati tra il 2016 e il 2021 sui ghiacciai alla testa del fiordo di Anorituup Kangerlua, in Groenlandia. Credito Tom Chudley (Università di Durham)