Roma – Un elevato consumo di pesce nell’alimentazione può contribuire a rallentare la progressione della disabilità nelle persone affette da sclerosi multipla (SM). Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry, condotto dagli scienziati del Karolinska Institutet, in Svezia. Il team, guidato da Anna Hedström, ha valutato i dati relativi a 2719 partecipanti di età media 38 anni, considerando le informazioni raccolte nell’ambito del progetto Epidemiologic Investigation of Multiple Sclerosis (EIMS). Le proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive dei nutrienti presenti nel pesce, spiegano gli esperti, potrebbero rivelarsi fondamentali, ed evidenziano l’importanza dell’alimentazione nella gestione della malattia. I volontari hanno riferito in merito a esposizioni ambientali e abitudini alimentari e comportamentali, compreso il consumo di pesce. La progressione della malattia è stata monitorata per un massimo di 15 anni attraverso il registro svedese sulla SM. Stando a quanto emerge dall’indagine, il consumo elevato di pesce era associato a un rischio del 44 per cento di peggioramenti della disabilità rispetto a chi ne mangiava poco o niente. Il rischio era inversamente proporzionale al consumo di pesce, magro e grasso. Nel 2021, a 1719 partecipanti è stato somministrato un questionario di follow-up online mirato a valutare i cambiamenti nell’assunzione di pesce. Il 24 per cento, riportano gli autori, aveva alterato le proprie abitudini alimentari, aumentando o diminuendo le quantità di pesce consumato. In questa coorte, chi aveva incrementato il numero di pasti settimanali a base di pesce aveva riscontrato un rischio del 20 per cento più basso di peggiorare la disabilità confermata. La relazione è rimasta evidente quando sono stati considerati fattori potenzialmente influenti, come livello di attività fisica, indice di massa corporea, esposizione al sole e assunzione di alcol o nicotina. La natura osservazionale di questo lavoro, commentano gli autori, non permette di trarre conclusioni definitive sulla relazione causa-effetto. Saranno pertanto necessari ulteriori approfondimenti per validare i risultati e indagare i meccanismi biologici alla base di questa relazione. “Pesce e pesce bianco – concludono gli scienziati – sono ricchi di elementi benefici per l’organismo. Il nostro lavoro sottolinea il potenziale ruolo dell’alimentazione come fattore modificabile che potrebbe integrare le strategie terapeutiche esistenti per la sclerosi multipla”.(30Science.com)