Roma – Nel nostro paese il 50% della popolazione è svenuto almeno una volta nella vita, uomini e donne in eguale misura. In totale, si stimano in Italia 2 milioni di sincopi l’anno e circa il 2% degli accessi al pronto soccorso, quasi 200.000, riguarda persone che arrivano nei dipartimenti di emergenza ospedalieri proprio per aver perso i sensi. Si tratta perlopiù di anziani che, a causa della perdita temporanea di coscienza, spesso cadono con esiti che incidono pesantemente sulla qualità e l’aspettativa di vita. Ma gli svenimenti sono frequenti anche nei giovani, e non vanno sottovalutati, perché le “vittime” finiscono spesso in un vortice di esami medici inutili, con grande spreco di risorse. Un’attenta valutazione “di come si sviene” è essenziale per indirizzare la diagnosi, ma in Italia un ospedale su tre non ha un centro dedicato. A renderlo noto i massimi esperti di sincope che, in occasione del 12º Congresso Nazionale del Gruppo Italiano Multidisciplinare Sincope, in corso all’Università Cattolica di Milano, hanno presentato i risultati del censimento italiano dei centri sincope. “Lo svenimento, tecnicamente chiamato sincope, è un fenomeno molto comune nella popolazione sana e riguarda circa 2 milioni di persone ogni anno”, spiega Andrea Ungar, presidente Gruppo Italiano Multidisciplinare Sincope e Ordinario di Geriatria all’Università di Firenze. “È una perdita di coscienza temporanea, in genere di qualche secondo o pochi minuti, dovuta a una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello, da cui di solito ci si riprende in maniera completa e spontanea. Nella maggior parte dei casi, non si tratta di nulla di preoccupante – continua – e lo svenimento è provocato da forti emozioni (svenimento ‘classico’ o sincope vaso-vagale) o dall’essere rimasti troppo a lungo in piedi, soprattutto d’estate o in un ambiente caldo. Inoltre, prima di perdere coscienza ci sono quasi sempre sintomi come capogiri, nausea, pallore, sudorazione intensa, annebbiamento della vista. In altre parole, ci si accorge sempre di stare per svenire. Solo in rari casi, invece, la perdita di conoscenza può essere dovuta a un’aritmia che rallenta o accelera troppo il battito del cuore e per questo le sincopi di origine cardiaca sono le più pericolose e non sono precedute da segnali”. E prosegue: “I pronto soccorso sono pieni di persone che arrivano proprio per aver perso i sensi: si tratta di circa il 2% dei pazienti accolti in dipartimenti di emergenza, pari a più di 187mila l’anno. Nella maggior parte dei casi sono anziani che si sono fatti male cadendo, ma lo svenimento si verifica di frequente anche nei giovani, che rappresentano il 30% degli accessi al pronto soccorso per sincope, presi dal timore che lo svenimento possa nascondere un problema cardiaco o neurologico. Fare una diagnosi precisa è, dunque, essenziale per prevenire le cadute che, soprattutto negli anziani, si traducono in traumi, fratture o ferite, con aumento della mortalità e dei ricoveri, ma anche per evitare che i pazienti finiscano in un vortice di esami medici inutili, che richiedono valutazioni su valutazioni e compromettono la qualità della vita, con grande spreco di risorse”. Michele Brignole, coordinatore del censimento GIMSI, tra i massimi esperti internazionali di sincope e senior scientist presso l’Ospedale San Luca – Istituto Auxologico di Milano, aggiunge: “Per indirizzare la diagnosi e capire da cosa sia provocato lo svenimento sono necessarie unità dedicate, le cosiddette Syncope Unit, che valutano il paziente con esami, per lo più semplici, ma specifici e mirati. Ad esempio, se si sospetta un problema cardiaco si eseguono gli accertamenti cardiologici necessari per confermare tale sospetto. Se si propende per uno svenimento ‘classico’, invece, si farà il ’tilt test’ nel quale il paziente viene posto su un lettino speciale inclinato, in grado di attivare il riflesso vaso-vagale, passando dalla posizione sdraiata a quella eretta”. (30Science.com)
Valentina Arcovio
In Italia 2 milioni con sincope, 187mila vanno al PS
(5 Febbraio 2025)
Valentina Arcovio