Roma – Certificati di sostenibilità aziendale come Fairtrade, Rainforest Alliance e Cocoa Life riescono a far aumentare i redditi per i piccoli coltivatori di cacao, ma non hanno effetti apprezzabili sulla biodiversità delle loro piantagioni. È quanto emerge da uno studio guidato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea e dall’ Università di Gottinga, i cui risultati sono stati pubblicati su Ecological Economics. L’attuale studio è uno dei più completi fino ad oggi sugli effetti delle certificazioni di sostenibilità: il lavoro sul campo ha incluso interviste con 814 produttori di cacao e indagini sulla biodiversità di 119 piantagioni, legate a 46 villaggi in cinque delle principali regioni di coltivazione del cacao del Ghana. “Le rese più elevate e il reddito associato del cacao sono il risultato dei requisiti di certificazione, poiché motivano i piccoli produttori a partecipare ai corsi di formazione”, spiega la prima autrice Marlene Wätzold del Research Training Group on Sustainable Food Systems dell’Università di Gottinga. “Sebbene i piccoli produttori certificati siano anche incoraggiati a promuovere la biodiversità nelle loro piantagioni, non abbiamo riscontrato effetti ambientali significativi”. “Nel nostro studio, non abbiamo trovato alcuna prova di un compromesso tra resa e biodiversità”, aggiunge la dott. ssa Carolina Ocampo-Ariza del Functional Agrobiodiversity and Agroecology Group dell’Università di Gottinga. “Tuttavia, bisogna tenere presente che la biodiversità cambia in periodi di tempo più lunghi, il che significa che identificare un cambiamento può richiedere più tempo”. I risultati dello studio suggeriscono che, per ottenere benefici tangibili per la natura, i requisiti per la certificazione di sostenibilità devono probabilmente essere integrati da ulteriori misure di conservazione della biodiversità. (30Science.com)
- Baccelli di cacao dopo la raccolta Credito David Wagner
- Fave di cacao essiccate all’esterno prima che i produttori le vendano Credito Marlene Wätzold
- Misurazione degli agenti biologici di controllo dei parassiti con l’ausilio di un bruco “fittizio” per monitorare i segni delle punture di insetti Credito David Wagner