Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Urgente regolare la geo-ingegneria solare

(2 Gennaio 2025)

Roma – La geo-ingegneria solare ha urgente bisogno di un quadro di norme certo, ampiamente condiviso e legato ad una governance efficiente, per evitare che l’utilizzo di questa tecnica di modifica del clima possa portare a risultati disastrosi. E’ quanto sostengono in un Policy Forum pubblicato su Science due studiosi dell’ University of California – Los Angeles, Duncan McLaren e Olaf Corry. Per geo-ingegneria solare si intende quella serie di progetti – ancora in sostanza sulla carta – diretti a respingere le radiazioni solari prima che tocchino terra, riducendo così il riscaldamento globale. Gli autori sostengono che l’attuale approccio a questa tematica, che predilige l’aspetto della ricerca delle soluzioni di geo-ingegneria, rispetto alla messa in campo di un quadro normativo valido per regolamentare il loro utilizzo, è estremamente pericoloso e nella sostanza sta impedendo di affrontare le crescenti controversie e divisioni geopolitiche che circondano i progetti di modifica della radiazione solare (SRM). La SRM offre teoricamente un potenziale significativo per influenzare le temperature globali. Tuttavia, comporta rischi ambientali e politici profondi e in gran parte sconosciuti. Una governance efficace per gestire la proprietà e il controllo delle strutture e dei progetti di SRM è considerata dai due autori cruciale per mitigare risultati dannosi o ingiusti. Basandosi sulle osservazioni delle negoziazioni dell’Assemblea ambientale delle Nazioni Unite nel 2019 e nel 2024, McLaren e Corry dimostrano che le crescenti divisioni geopolitiche e le visioni del mondo contrastanti rendono improbabile che ulteriori ricerche sull’SRM permetteranno di risolvere le sfide di governance che questa tecnologia pone e che quindi sia necessario procedere in ordine inverso, dando priorità all’aspetto normativo. Sostengono che ci sia ancora un’opportunità di stabilire un terreno comune attorno alla questione della SRM, che potrebbe fungere da fondamento per un’attenta governance della ricerca, riducendo i rischi dei futuri risultati della stessa. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla