Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Ripulire l’ambiente dai PFAS costerebbe quasi due trilioni di euro

(14 Gennaio 2025)

Roma – Eliminare l’inquinamento da PFAS, le cosiddette “sostanze chimiche eterne”, in Europa e nel Regno Unito costerebbe circa 2 trilioni di euro su di un periodo di 20 anni, una spesa di circa 100 miliardi di euro all’anno. E’ quanto emerge da una nuova ricerca condotta Forever Lobbying Project, un gruppo di pressione e di studio che si occupa di PFAS. Questi sono una famiglia di oltre 10.000 sostanze artificiali. Prodotte da una manciata di aziende, sono ampiamente utilizzate nei prodotti di consumo e nei processi industriali. Si possono trovare in padelle antiaderenti, scatole per pizza, cosmetici, indumenti impermeabili, schiuma antincendio e prodotti farmaceutici, tra gli altri. Le proprietà che li rendono così utili (anti-calore, anti-grasso e impermeabili) hanno anche degli svantaggi fatali. Quasi indistruttibili senza l’intervento umano e persistenti negli organismi viventi, i PFAS sono stati collegati a infertilità, tumori, disturbi immunitari e ormonali e altre malattie. I PFAS sono onnipresenti e i punti caldi della contaminazione includono discariche, aeroporti, siti militari, scarichi fognari, fanghi di depurazione, produttori e utilizzatori industriali di PFAS e luoghi in cui sono state utilizzate grandi quantità di schiume antincendio. Nel febbraio 2023, cinque paesi europei hanno proposto una “restrizione universale” per i PFAS ai sensi del regolamento UE REACH (Registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche). Il divieto includerebbe l’intero “universo” chimico dei PFAS, con alcune deroghe finché non saranno sviluppate delle alternative. In risposta – secondo quanto riporta il Forever Lobbying Project – centinaia di attori del settore che difendono gli interessi di circa 15 settori hanno fatto pressioni sui decisori in tutta Europa per indebolire, e forse uccidere sul nascere, la proposta. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla