Roma – Per ripulire efficacemente le acque reflue bisogna puntare su di una tecnologia mutuata dal campo medico, la dialisi. È quanto sostiene un team di ricercatori guidato dalla Guangdong University of Technology che ha pubblicato i propri risultati su Nature Water. Nei pazienti con insufficienza renale, la dialisi utilizza una macchina chiamata dializzatore per filtrare i rifiuti e i liquidi in eccesso dal sangue; il sangue viene prelevato dal corpo, purificato nel dializzatore e poi reinfuso attraverso un ago o un tubo separato. Il team degli autori del nuovo studio ha scoperto che imitando questo stesso metodo è possibile separare i sali dalle sostanze organiche nelle acque reflue con una diluizione minima, affrontando contemporaneamente le principali limitazioni dei metodi convenzionali di trattamento. Questo nuovo percorso ha il potenziale per ridurre gli impatti ambientali, abbassare i costi e consentire il recupero di risorse preziose in una gamma di settori industriali. Numerose industrie generano, infatti, acque reflue organiche ad alta salinità, tra cui la produzione petrolchimica, farmaceutica e tessile. A causa dell’elevato contenuto combinato di sale e di sostanze organiche, queste acque reflue pongono serie sfide per i processi di trattamento esistenti. I metodi di trattamento biologico e di ossidazione avanzata spesso vengono compromessi da livelli elevati di salinità, riducendo la loro efficacia complessiva. I metodi termici, sebbene tecnicamente fattibili, sono ad alta intensità energetica e soggetti a corrosione, intasamento e inefficienze operative che possono aumentare i costi e complicare la manutenzione. Nel frattempo, i processi a membrana basati sulla pressione, come l’ultrafiltrazione, spesso causano gravi incrostazioni della membrana, rendendo necessari più passaggi di diluizione delle acque reflue, il che aumenta sia il consumo di acqua sia la complessità operativa. “I metodi tradizionali – ha affermato Yuanmiaoliang “Selina” Chen, co-autore principale del nuovo studio – spesso richiedono molta energia e ripetute diluizioni. La dialisi elimina molti di questi punti dolenti, riducendo il consumo di acqua e le spese generali operative”. I ricercatori hanno scoperto che la dialisi rimuove efficacemente il sale dall’acqua senza richiedere grandi quantità di acqua fresca. Il processo consente ai sali di passare nel flusso dializzato mantenendo la maggior parte dei composti organici nella soluzione originale. Rispetto all’ultrafiltrazione con membrana, la dialisi risulta migliore nel separare i sali dalle piccole molecole organiche neutre. Poiché la dialisi si basa sulla diffusione anziché sulla pressione, sali e sostanze organiche attraversavano la membrana a velocità diverse, rendendo la separazione più efficiente.(30Science.com)
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Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Per ripulire le acque di scarico, studiosi puntano sulla dialisi
(10 Gennaio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla