Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Ghana verso nuova autorità per aumentare sostenibilità sociale del settore oro

(28 Gennaio 2025)

Roma – Il Ghana intende lanciare un Gold Board per semplificare gli acquisti di oro dai piccoli minatori, aumentare i guadagni e ridurre il contrabbando. È quanto emerge da una dichiarazione del neo-nominato ministro delle finanze del paese dell’Africa occidentale, Cassiel Ato Forson. Il Gold Board consentirà al principale produttore di oro africano di incrementare i profitti derivanti dalle vendite del metallo prezioso e di contribuire a mantenere la stabilità della valuta nazionale. I dati della banca centrale del Ghana hanno mostrato che le esportazioni totali di oro per il 2024 sono state pari a 11,64 miliardi di dollari, con un aumento del 53,2 per cento su base annua che ha contribuito a quasi raddoppiare il surplus commerciale del Ghana, portandolo a 4,98 miliardi di dollari nel 2024. Il ministro ha affermato che l’oro esportato lo scorso anno per un valore di quasi 5 miliardi di dollari proveniva da attività minerarie legali su piccola scala. “È giunto il momento per il Ghana – ha affermato Forson – di andare oltre le royalties e le tasse, sfruttando l’intera filiera dell’oro dall’estrazione alla raffinazione, all’aggiunta di valore e alla commercializzazione, sia a livello locale che internazionale”. Il Board sarà inaugurato all’inizio di marzo, ha aggiunto. Il programma sull’oro sarà implementato con l’obiettivo di ottenere la rigorosa certificazione della London Bullion Market Association, che proibisce alle raffinerie di maneggiare oro proveniente da fonti che contribuiscono a violazioni dei diritti umani, conflitti, criminalità o degrado ambientale. “Attualmente – ha affermato Forson – il caos nel settore degli acquisti di oro del Ghana impedisce alla nazione di trarre pieno vantaggio dalle sue risorse aurifere”. Il Board agirà come unico acquirente di oro tramite aggregatori di licenze e commercianti locali, abbandonando il sistema in cui i ghanesi e le aziende straniere con licenze di esportazione potevano acquistarlo senza dover rispettare le norme approvate. “Questo sistema frammentato – conclude Forson – non coordinato e non regolamentato ha portato a un diffuso contrabbando di oro e ha privato lo Stato di valuta estera di cui aveva tanto bisogno”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla