Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Con speciali microalghe, prodotte vitamine e altri nutrienti ecosostenibili

(31 Gennaio 2025)

Roma – La microalga Nannochloropsis oceanica può essere utilizzata per ottenere una vasta gamma di nutrienti prodotti in modo sostenibile, come proteine, acidi grassi omega-3 e vitamina K2. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università Tecnica della Danimarca e pubblicato su Marine Drugs. Sulla base della ricerca, gli scienziati propongono di coltivare la Nannochloropsis oceanica utilizzando un processo in due fasi. “La ricerca suggerisce – spiega Emil Gundersen primo autore dello studio – che otterremo i risultati migliori se le microalghe vengono inizialmente coltivate ad alte temperature e sotto una luce intensa per promuovere la crescita e la produzione di proteine. Successivamente, le condizioni possono essere regolate abbassando la temperatura, consentendo alle microalghe di concentrarsi sulla produzione di omega-3 e vitamina K2”. La vitamina K2 si ottiene solitamente attraverso alimenti di origine animale come carne e latticini, il che rende più difficile acquisirla quando si passa a una dieta prevalentemente a base vegetale. “È interessante – continua Emil Gundersen – che le microalghe possano potenzialmente fungere da fonte per la produzione di vitamine come la K2, che solitamente otteniamo da fonti animali”. Le microalghe sono organismi che possono crescere usando luce e CO2, proprio come le piante. Possono essere coltivate in fotobioreattori, che consistono in un sistema di tubi in plexiglass dove le microalghe ricevono luce e aria. Rispetto alla produzione batterica di biomassa tramite fermentazione, per cui la Danimarca è ben nota, l’industria delle microalghe è ancora relativamente piccola. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che la coltivazione di microalghe in Danimarca, a causa del clima, richiede sistemi indoor ad alta tecnologia. Nell’Europa meridionale, il clima più caldo consente la coltivazione in vasche all’aperto, risparmiando sia materiali che energia. Tuttavia, le microalghe rimangono attraenti nei climi più freddi, principalmente per la loro composizione nutrizionale unica, che include aminoacidi essenziali, acidi grassi insaturi a catena lunga e un’ampia gamma di vitamine e minerali. Inoltre, possono essere coltivate su terreni altrimenti inadatti alla produzione agricola e possono essere alimentate principalmente da energia rinnovabile. “Dato che le microalghe vengono coltivate utilizzando luce e CO2 – afferma Emil Gundersen – risparmiano sull’apporto di carbonio organico, in genere zucchero, che è necessario nella fermentazione tradizionale. Inoltre, hanno bisogno di alcuni nutrienti inorganici, che possono potenzialmente essere forniti utilizzando acque reflue di altre industrie”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla