Roma – In Cina negli ultimi nove anni le concentrazioni di inquinamento da PM2,5 sono crollate del 35,6 per cento. E’ uno dei dati incoraggianti sulla salute ambientale del colosso del dragone che emergono da uno studio guidato dall’Università di Pechino e pubblicato su Environmental Science and Ecotechnology. Oltre alla riduzione dell’inquinamento da particolato a livello nazionale, lo studio segnala che 339 città cinesi hanno raggiunto un livello medio di PM2,5 di 29 microgrammi per metro cubo (μg/m³) nel 2022. Il rapporto rileva anche progressi significativi nell’energia rinnovabile, con l’energia non fossile che ha rappresentato il 17,5 per cento del consumo energetico totale cinese nel 2022. I benefici per la salute sono notevoli, con una riduzione dell’esposizione al PM2,5 e una diminuzione del 17,5 per cento delle morti premature degli adulti dovute al PM 2,5, a 1,2 milioni nel 2022 rispetto al 2015. Rimangono – sottolineano gli autori – sfide significative da affrontare in particolare legate ai livelli di ozono e alla frequenza di eventi meteorologici estremi in crescita. Il rapporto si conclude con raccomandazioni per allineare le politiche sul clima e sull’inquinamento, accelerare l’implementazione delle energie rinnovabili e far progredire le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio. Un processo decisionale trasparente e il coinvolgimento degli stakeholder sono essenziali per raggiungere risultati sostenibili. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Cina, inquinamento da PM 2,5 giù del 35 % dal 2015
(16 Gennaio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla