Roma – In Francia, il 98 per cento delle microplastiche presenti nell’acqua in bottiglia e nei rubinetti non supera i 20 µm (micron), abbastanza fini da passare attraverso il sangue e gli organi, ma al di sotto del limite di rilevamento raccomandato dall’Unione Europea. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Plos Water, condotto dagli scienziati del Centro di Ricerca sulla Biodiversità e l’Ambiente dell’Università di Tolosa e del Mærsk Mc-Kinney Møller Institute dell’Università della Danimarca Meridionale. Il team, guidato da Oskar Hagelskjær, Frederik Hagelskjær e Gaël Le Roux, ha analizzato 10 marche di acqua in bottiglia e una serie di campioni di acqua potabile della rete municipale di Tolosa, utilizzando la spettroscopia Raman automatizzata per rilevare la presenza di microplastiche di piccole dimensioni. Questo approccio ha permesso agli esperti di individuare sostanze comprese tra uno e 5.000 µm. Sono state identificate 660.683 particelle, di cui 1.824 classificate come polimeri sintetici. Il 98 per cento del totale dei frammenti era inferiore alla soglia dei 20 µm indicata dall’Unione Europea. Le più piccole, inferiori a 10 µm, possono rappresentare un pericolo per la salute umana perché possono attraversare le barriere e accumularsi nei tessuti. Le concentrazioni di microplastiche variavano da una media di 306 a circa 413 particelle per litro, rispettivamente per le acque in bottiglia e per i campioni prelevati dal rubinetto. Le sostanze più comuni erano polietilene (PE), polipropilene (PP) e poliammide 6 (PA6). “Questi risultati – sostengono gli autori – evidenziano che è fondamentale includere le microplastiche di piccole dimensioni nelle analisi, per comprendere i rischi reali legati alla loro presenza nell’acqua potabile”. Il lavoro sottolinea l’importanza di adottare metodologie più sensibili per rilevare particelle di dimensioni inferiori a 20 µm. Allo stesso tempo, concludono gli studiosi, è necessario approfondire le implicazioni tossicologiche delle microplastiche più piccole e sviluppare degli standard per la loro regolamentazione a livello internazionale. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Francia, allarme microplastiche nell’acqua potabile
(15 Gennaio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).