Roma – Avviare una massiva vaccinazione del pollame potrebbe essere una soluzione efficace per abbattere il rischio di salto di specie del virus dell’influenza aviaria (AIV), gruppo che include anche l’H5N1. Tale strategia potrebbe contribuire a evitare la trasmissione del virus dal pollame a uccelli e ad altri animali selvatici e potenzialmente anche a controllare le ricadute, che preoccupano, sulla salute dell’uomo. Sono le evidenze di un nuovo studio della Beijing Normal University, in Cina, pubblicato oggi su Science Advances, ha voluto indagare l’impatto di una vaccinazione di massa del pollame finalizzata a contenere l’evoluzione del sottotipo H5, altamente patogeno. Lo studio ha considerato le possibili conseguenze dei lignaggi virali H5 a livello globale negli uccelli selvatici e nel pollame domestico, confrontando quest’ultimo con gli uccelli dei paesi che tendono a vaccinare il pollame rispetto a quelli che non adottano questa pratica. Lo studio sembra suggerire che l’evoluzione virale dell’H5N6, il lignaggio attualmente dominante e in circolazione nel pollame cinese, potrebbe essere governato e controllato dal vaccino. “L’influenza aviaria continua a rappresentare una sfida per gli animali selvatici e domestici e l’auspicio è che la nostra ricerca possa favorire lo sviluppo di strategie di prevenzione contro l’AIV, quali ad esempio la vaccinazioni di massa”, scrivono gli autori. Il sottotipo H5 dell’AIV è infatti in circolazione e in continua evoluzione da decenni, inducendo i paesi a implementare la vaccinazione di massa del pollame per ridurre l’impatto dell’H5 sui ricavi e sull’offerta nel settore avicolo. Tuttavia restano ancora poco chiari gli eventuali effetti della vaccinazione del pollame nell’accelerazione l’evoluzione dell’AIV, compreso i potenziali adattamenti del virus per sfuggire all’immunità conferita dai vaccini. Per studiare il fenomeno i ricercatori hanno mappato la trasmissione dei lignaggi del sottotipo H5 nelle popolazioni di pollame vaccinate e non vaccinate e negli uccelli selvatici, facendo poi un’analisi filogenetica delle sequenze dell’emoagglutinina (HA), una sostanza che determina l’agglutinazione dei globuli rossi con uno stretto legame con l’influenza, in campioni virali mondiali dal 1996 al 2023. I risultati avrebbero dimostrato che la trasmissione virale dagli uccelli selvatici al pollame non vaccinato, come quello negli Stati Uniti, è più frequente che nel pollame vaccinato. Successivamente, hanno confrontato i modelli cinesi, in cui i tassi di vaccinazione sono più elevati, con quelli di Bangladesh e Indonesia che hanno tassi di vaccinazione più bassi, per identificare una possibile correlazione tra vaccinazione ed evoluzione virale dell’HA in anatre, oche, polli e altre specie. Le analisi condotte suggerirebbero che le campagne di vaccinazione del pollame, condotte in Cina si correlano a tassi più elevati di divergenza non sinonima nel lignaggio genetico H5 HA, trovato anche nei virus H5N6, rispetto alle campagne in Bangladesh e Indonesia o all’evoluzione naturale negli uccelli selvatici. In conclusione, dallo studio emerge che la vaccinazione del pollame asiatico era associata a una ridotta trasmissione interspecie dei sottotipi H5 dal pollame agli uccelli selvatici.(30Science.com)
Francesca Morelli
Aviaria: la vaccinazione di massa nel pollame evita “il salto” fra specie
(22 Gennaio 2025)
Francesca Morelli