Roma – “Se riduciamo la nicotina per sigaretta, dopo un possibile primo momento di aumento delle sigarette fumate per compensare, nel lungo termine è ragionevole aspettarsi una riduzione dell’abitudine al fumo”. E’ così che Lorenzo Spaggiari, direttore del Programma Polmone dell’Istituto Europeo di Oncologia, commenta all’AGI la proposta della Food and Drug Administration (FDA) di limitare al minimo i livelli di nicotina presento nelle sigarette e in altri prodotti del tabacco per ridurre la dipendenza da fumo e di conseguenza il numero di fumatori. “Il principio della proposta della FDA è valido e l’iniziativa è lodevole e lungimirante”, commenta Spaggiari. “La nicotina è la sostanza che determina la dipendenza clinica perché provoca l’assuefazione di alcuni recettori delle cellule cerebrali, generando nel fumatore una sensazione di piacere: miglioramento dell’umore e dell’attenzione, associato alla diminuzione dell’ansia. Per questo esiste anche una forte dipendenza psicologica da fumo, che andrebbe considerata. Resta anche da valutare – continua – se il livello minimo di nicotina pari a 0,7 mg per 1 grammo di tabacco sia adeguato. In ogni caso l’equazione meno nicotina meno fumatori ha un fondamento scientifico solido. La stessa misura andrebbe applicata a tutte le altre forme di fumo (sigarette elettroniche, tabacco riscaldato e così via) molto diffuse nei giovani. Se il livello di nicotina rimanesse invariato per questi dispositivi, i fumatori “misti” le userebbero ancora di più e l’associazione è dannosissima per la salute”. Il valore dell’iniziativa, se attuata, secondo l’esperto, non sarà tuttavia misurabile nei suoi risultati a breve termine, benché i promotori dichiarino di non aspettarsi un aumento del consumo immediato e anzi prevedono una diminuzione del numero dei fumatori già dal primo anno. “Penso che una legge sulla riduzione della nicotina – spiega Spaggiari – sarà piuttosto importante come atto concreto di un movimento antifumo che deve per forza coinvolgere i governi e agire sulla società a 360 gradi. Il problema del fumo ha assunto dimensioni tali da non poter più essere un tema del solo mondo medico. Dopo decenni di campagne antifumo, è evidente che tutta la società e la politica che la rappresenta dovrebbero partecipare alla lotta per eliminare la prima causa prevenibile di morte nel mondo”. E continua: “Per questo dobbiamo accogliere come buone notizie tutte le leggi e le misure che mirano a ridurre i fumatori e, insieme, a sensibilizzare la popolazione. In Italia, il recente divieto di fumo all’aperto, introdotto nel Comune di Milano, è un importante atto di educazione alla salute. Un progetto globale antifumo non può prescindere tuttavia dall’ aiuto ai forti fumatori ed ex -fumatori, per permettere loro di salvare la propria vita, nonostante la loro dipendenza. Per questo in IEO siamo stati pionieri nello screening dei tumori polmonari con TC a basse dosi e rinnoviamo in ogni occasione il nostro appello a questa ampia popolazione a non rinunciare alla salute e alla vita, quindi a sottoporsi regolarmente a questo semplice ed efficace esame preventivo”. (30Science.com)
Francesca Morelli
Esperto IEO: con riduzione nicotina in sigarette atteso calo della dipendenza
(17 Gennaio 2025)
Francesca Morelli