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Il biochar riduce i rischi di contaminazione del suolo da DDT

(20 Gennaio 2025)

Roma – L’inquinamento del suolo da DDT è ancora un problema importante in molte parti del mondo. I ricercatori della Chalmers University of Technology, Svezia, hanno sviluppato un nuovo metodo per gestire i rischi ecologici derivanti dalla tossina legandola al biochar. Quando hanno mescolato il biochar al suolo contaminato in un ex vivaio, l’assorbimento di DDT da parte dei lombrichi nel suolo si è dimezzato. Questo metodo potrebbe consentire la coltivazione di determinate colture su terreni attualmente considerati inutilizzabili a causa dei rischi ambientali. Per tre anni, i ricercatori della Chalmers University of Technology hanno testato un nuovo metodo per ridurre i rischi ecologici della tossina, in un ex vivaio contaminato da DDT nella Svezia meridionale. I risultati sono stati pubblicati su Science of The Total Environment.

“Nel nostro esperimento sul campo, abbiamo mescolato il terreno con il biochar e abbiamo coltivato diverse piante. Abbiamo scoperto che il biochar lega il DDT in modo efficiente, in modo che non venga assorbito dagli organismi del suolo”, afferma Paul Drenning, ricercatore post-dottorato presso il Dipartimento di Architettura e Ingegneria Civile di Chalmers e primo autore dello studio. Il biochar, simile al carbone vegetale, è un prodotto ecologico che è economico da produrre. Lega i contaminanti e può migliorare la salute del suolo quando viene aggiunto al suolo. Questa pratica può anche essere utile per la mitigazione del cambiamento climatico poiché può contribuire allo stoccaggio a lungo termine del carbonio nel suolo. I ricercatori hanno scoperto che la quantità di DDT assorbita dai lombrichi nel terreno è diminuita in media del 50 percento quando il terreno è stato mescolato con biochar. Ciò indica che la biodisponibilità del DDT per gli organismi del terreno è stata ridotta, il che significa che il terreno è diventato  meno tossico, con un rischio inferiore di diffusione del DDT tramite bioaccumulo nella catena alimentare degli animali o tramite lisciviazione nell’acqua.(30Science.com)

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