Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Torbiere producono antibatterici naturali per la tubercolosi

(3 Dicembre 2024)

Roma – Un’analisi dei funghi raccolti dalle torbiere ha identificato diverse specie che producono sostanze tossiche per il batterio che causa la tubercolosi. E’ quanto emerge da uno studio guidato dal National Institutes of Health, USA e pubblicato su PLOS Biology. Ogni anno, milioni di persone in tutto il mondo si ammalano di tubercolosi e più di 1 milione di persone muoiono, nonostante la malattia sia prevenibile e curabile. Tuttavia, il trattamento richiede l’assunzione giornaliera di antibiotici per mesi, il che può rappresentare una sfida significativa, quindi sono urgentemente necessari nuovi trattamenti che accorcino il periodo di trattamento. Per trovare una soluzione gli autori del nuovo studio si sono rivolti alle torbiere. Queste zone umide di acqua dolce ospitano abbondanti specie di batteri del genere Mycobacterium , lo stesso genere del batterio che causa la tubercolosi Mycobacterium tuberculosis . In queste torbiere, i funghi competono con i micobatteri per crescere all’interno di uno “strato grigio” in decomposizione che, similmente alle lesioni trovate nei polmoni dei pazienti affetti da tubercolosi, è acido, povero di nutrienti e povero di ossigeno. In laboratorio, i ricercatori hanno coltivato il Mycobacterium tuberculosis insieme a ciascuna delle circa 1.500 specie di funghi raccolte dallo strato grigio di diverse torbiere nel nord-est degli Stati Uniti. Hanno identificato cinque funghi che avevano effetti tossici contro il batterio. Ulteriori esperimenti di laboratorio hanno ridotto questi effetti a tre diverse sostanze prodotte dai diversi funghi: patulina, citrinina e nidulalina A. Ciascuno dei tre composti sembra esercitare i suoi effetti tossici sul batterio della tubercolosi alterando gravemente i livelli cellulari di una classe di composti noti come tioli, molti dei quali svolgono ruoli essenziali nei processi molecolari che aiutano a mantenere le cellule batteriche vive e funzionali. I ricercatori osservano che è improbabile che questi tre composti siano buoni candidati farmacologici. Tuttavia, soprattutto data la somiglianza tra l’ambiente della torbiera e le lesioni della tubercolosi, i risultati forniscono supporto per una strategia particolare per lo sviluppo di farmaci che accorciano il trattamento: mirare ai processi biologici che mantengono i livelli di tiolo nel batterio della tubercolosi. Gli autori aggiungono: “I micobatteri patogeni, come quelli che causano le malattie umane lebbra e tubercolosi, si trovano in abbondanza nelle torbiere di sfagno dove l’ambiente acido, ipossico e povero di nutrienti dà origine a una feroce competizione microbica. Abbiamo isolato i funghi da tali torbiere e abbiamo selezionato quelli che competevano direttamente con i micobatteri tramite co-coltura e abbiamo scoperto che questi funghi hanno tutti come bersaglio lo stesso processo fisiologico nei micobatteri utilizzando diversi meccanismi chimicamente distinti”. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla