L’agricoltura non paga in termini di investimento energetico

Roma – L’energia prodotta sotto forma di calorie da parte dell’agricoltura è inferiore a quella necessaria a coltivare i prodotti agricoli. È quanto emerge da un nuovo studio guidato dalla Norwegian University of Science and Technology, e pubblicato su PNAS Nexus. Gli autori hanno calcolato il ritorno energetico globale dell’agricoltura dal 1995 al 2019. Hanno costruito un nuovo modello utilizzando due modelli esistenti, uno che cattura l’uso energetico dell’agricoltura e della lavorazione alimentare e un altro che cattura i flussi di materie prime agricole. Gli autori hanno scoperto che il ritorno sugli investimenti energetici per l’agricoltura globale è aumentato da 0,68 a 0,91 nel periodo di studio. Tuttavia, il rapporto sembra essersi stabilizzato dal 2014 circa. Nonostante il miglioramento generale dell’efficienza, il ritorno sugli investimenti è ancora inferiore a uno, il che indica che è necessaria più energia per coltivare cibo di quanta ne fornisca il cibo sotto forma di calorie. Questo stato di cose riflette l’uso di combustibili fossili, in particolare nella lavorazione alimentare, che rappresenta il 40 per cento del consumo energetico totale nel sistema agroalimentare globale. I prodotti di origine animale sono particolarmente affamati di energia, rappresentando il 60 per cento dell’energia utilizzata nel sistema agroalimentare globale ma fornendo solo il 18 per cento delle calorie. Tuttavia, più di due terzi delle persone nel mondo vivono in regioni in cui il ritorno energetico sull’investimento è superiore a uno, come l’Africa occidentale, centrale e orientale o l’Asia orientale, meridionale e sud-orientale. Secondo gli autori, ridurre l’energia necessaria per coltivare cibo aiuta le comunità a garantire la sicurezza alimentare di fronte a un approvvigionamento energetico instabile e aiuta a ridurre gli impatti ambientali dell’alimentazione dell’umanità.(30Science.com)