Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Entro il 2100 acqua salata contaminerà il 77 per cento delle falde acquifere costiere

(13 Dicembre 2024)

Roma – Entro il 2100, l’acqua di mare si infiltrerà nelle riserve di acqua dolce sotterranee in circa tre su quattro delle aree costiere di tutto mondo. E’ quanto prevede uno studio condotto dai ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della NASA nella California meridionale e pubblicato su Geophysical Research Letters. “in questo studio – scrivono gli autori – per la prima volta, forniamo una nuova valutazione del rischio globale di intrusione di acqua salata. Integrando dati sull’innalzamento del livello del mare, considerando al contempo la geologia e la topografia uniche delle regioni costiere. Dimostriamo che quasi il 77 per cento delle aree costiere globali al di sotto dei 60° nord subirà l’intrusione di acqua salata entro il 2100”. I risultati dello studio sono particolarmente preoccupanti perché a rendere l’acqua in alcune falde acquifere costiere imbevibile e inutilizzabile per l’irrigazione, questi cambiamenti possono danneggiare gli ecosistemi e corrodere le infrastrutture. Chiamato intrusione di acqua salata , il fenomeno avviene sotto le linee costiere, dove due masse d’acqua si tengono normalmente a bada. Da un lato, la pioggia sulla terraferma rifornisce, o ricarica, l’acqua dolce nelle falde acquifere costiere; dall’altro l’acqua di mare, sostenuta dalla pressione dell’oceano, tende a spingere verso l’entroterra. Sebbene ci sia una certa miscelazione nella zona di transizione dove le due masse si incontrano, usualmente l’equilibrio delle forze opposte mantiene l’acqua dolce da un lato e salata dall’altro. Ora, due impatti del cambiamento climatico stanno facendo pendere la bilancia a favore dell’acqua salata. Stimolato dal riscaldamento planetario, l’innalzamento del livello del mare sta aumentando la forza che spinge l’acqua salata verso terra. Allo stesso tempo, una ricarica più lenta delle falde acquifere , dovuta a minori precipitazioni e a modelli meteorologici più caldi, sta indebolendo la forza che sposta l’acqua dolce. Il nuovo studio ha valutato oltre 60.000 bacini idrografici costieri in tutto il mondo, mappando in che modo la ridotta ricarica delle falde acquifere e l’innalzamento del livello del mare contribuiranno all’intrusione di acqua salata, stimando al contempo quale sarà il loro effetto netto. Considerando separatamente i due fattori, gli autori dello studio hanno scoperto che entro il 2100 il solo innalzamento del livello del mare tenderà a spingere l’acqua salata verso l’entroterra nell’82 per cento dei bacini idrografici costieri studiati. La zona di transizione in quei luoghi si sposterebbe di una distanza relativamente modesta: non più di 656 piedi (200 metri) dalle posizioni attuali. Le aree vulnerabili includono regioni basse come il Sud-est asiatico, la costa attorno al Golfo del Messico e gran parte della costa orientale degli Stati Uniti. Nel frattempo, una ricarica più lenta di per sé tenderà a causare l’intrusione di acqua salata nel 45 per cento dei bacini idrografici costieri studiati. In queste aree, la zona di transizione si sposterebbe più all’interno di quanto non faccia con l’innalzamento del livello del mare, fino a tre quarti di miglio (circa 1.200 metri) in alcuni punti. Le regioni più colpite includono la penisola arabica, l’Australia occidentale e la penisola della Bassa California in Messico. In circa il 42 per cento dei bacini idrografici costieri, la ricarica delle falde acquifere aumenterà, tendendo a spingere la zona di transizione verso l’oceano e in alcune aree superando l’effetto dell’intrusione di acqua salata dovuta all’innalzamento del livello del mare. Nel complesso, secondo lo studio, a causa degli effetti combinati dei cambiamenti nel livello del mare e della ricarica delle falde acquifere, entro la fine del secolo si verificherà un’intrusione di acqua salata nel 77 per cento dei bacini idrografici costieri valutati. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla