Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Atlante mondiale mappa il rischio globale di siccità

(2 Dicembre 2024)

Roma – La Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) e il Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC) hanno presentato un nuovo Atlante della Siccità Globale che mappa a livello mondiale il rischio di mancanza d’acqua. L’opera mostra come i rischi di siccità siano connessi con molteplici settori tra cui quelli dell’ energia, dell’agricoltura, del trasporto fluviale e del commercio internazionale e come la siccità possa innescare effetti a cascata, alimentando disuguaglianze e conflitti e minacciando la salute pubblica. Coprodotto con il Cima Research Foundation (Italia), la Vrije Universiteit Amsterdam (Paesi Bassi) e l’Istituto universitario delle Nazioni Unite per l’ambiente e la sicurezza umana (Germania), la sua pubblicazione avviene mentre i 197 stati membri dell’UNCCD, riuniti a Riyadh, negoziano su come rafforzare la resilienza dell’umanità alle siccità più gravi. La siccità è uno dei pericoli più costosi e mortali al mondo e si prevede che colpirà 3 persone su 4 a livello globale entro il 2050. Tuttavia, molti paesi e settori non riescono ancora a prepararsi attraverso le giuste azioni, le giuste politiche, i necessari investimenti e incentivi. “L’Atlante sfida governi, leader aziendali e decisori politici a tutti i livelli a ripensare radicalmente il modo in cui prendono decisioni e gestiscono il rischio di siccità “, ha affermato il Segretario esecutivo dell’UNCCD Ibrahim Thiaw. ” Invito tutte le nazioni, e in particolare le Parti dell’UNCCD, a prendere sul serio le conclusioni dell’Atlante. Alla COP16 dell’UNCCD, le Parti potrebbero cambiare il corso della storia, indirizzandola verso la resilienza alla siccità. Cogliamo l’occasione con la consapevolezza che l’Atlante fornisce un percorso per un futuro più resiliente per tutti”. L’Atlante sottolinea la necessità di piani nazionali per la siccità e della cooperazione internazionale per mantenere a galla comunità, economie ed ecosistemi di fronte a eventi più duri di siccità che si prevede si moltiplicheranno in futuro. Inoltre, offre una guida per la gestione proattiva e prospettica della siccità e per l’adattamento in tutti i settori e livelli di governance. L’Atlante spiega come il peggioramento dei rischi di siccità sia legato alle attività umane e poi approfondisce gli impatti della siccità in cinque aree chiave: approvvigionamento idrico, agricoltura, energia idroelettrica, navigazione interna ed ecosistemi. La siccità può ridurre la produzione di energia idroelettrica, con conseguente aumento dei prezzi dell’energia o interruzioni di corrente, e può interrompere il commercio internazionale a causa dei bassi livelli dell’acqua che ostacolano il trasporto per vie navigabili interne, come nel caso del Canale di Panama. Sul fronte della natura, l’Atlante sottolinea che, se da un lato la siccità rappresenti una minaccia per gli ecosistemi, una maggiore biodiversità può mitigarne gli impatti, il che significa che promuovere la biodiversità è importante per rafforzare la resilienza alla siccità e viceversa. Un altro aspetto importante dell’Atlante è il nesso cibo-terra-acqua, poiché l’agricoltura assorbe circa il 70 per cento dell’acqua dolce a livello globale ed è anche gravemente colpita dalla siccità. La pubblicazione esplora come i prodotti agricoli che raggiungono i nostri piatti attraverso le catene di fornitura globali possano peggiorare gli effetti della siccità e creare stress idrico nei paesi in cui vengono prodotti attraverso trasferimenti di acqua virtuali. I piccoli agricoltori e i gruppi emarginati sono particolarmente vulnerabili a causa delle disparità nell’accesso all’acqua e nelle risorse necessarie per costruire la resilienza alla siccità. L’Atlante mostra anche come i rischi di siccità siano interconnessi e perché i loro effetti si estendono a più settori. I paesi che dipendono dall’energia idroelettrica per l’elettricità, ad esempio, potrebbero dover affrontare interruzioni di corrente durante la siccità. Se ciò accade durante un’ondata di calore, il tutto può causare ricoveri ospedalieri e decessi poiché le persone non possono usare ventilatori o aria condizionata per raffreddare le loro case. L’Atlante presenta 21 casi di studio da tutto il mondo, sottolineando che nessun Paese, indipendentemente dalle sue dimensioni, dal suo PIL o dalla sua latitudine, è immune alla siccità e che tutti possono prepararsi al meglio. Ad esempio, la pubblicazione evidenzia gli impatti e le lezioni apprese dalle recenti siccità nelle Grandi Pianure degli Stati Uniti, nella città di Barcellona in Spagna e nel bacino del fiume Yangtze in Cina, ed esplora gli impatti della siccità nel Corridoio secco dell’America centrale, nel subcontinente indiano e nel Corno d’Africa. Altri casi di studio evidenziano le particolari esigenze, risorse e prospettive delle comunità indigene quando si tratta di prepararsi alla siccità. Le siccità sono aumentate del 29 per cento dall’anno 2000 a causa del cambiamento climatico e della gestione non sostenibile delle risorse idriche e terrestri. L’ONU considera la siccità provocata dall’uomo un’emergenza su scala planetaria, ma nota che i rischi di siccità possono ancora essere affrontati. L’Atlante descrive misure e percorsi concreti per gestire, ridurre e adattarsi ai rischi sistemici di siccità; sottolinea i benefici collaterali di queste azioni per diversi settori e illustra le migliori pratiche provenienti da diverse regioni. Le misure evidenziate nell’Atlante rientrano in tre categorie: governance (ad esempio sistemi di allerta precoce, microassicurazione per i piccoli agricoltori, sistemi di tariffazione per l’uso dell’acqua); gestione dell’uso del territorio (ad esempio ripristino del territorio e agroforestazione); e gestione dell’approvvigionamento e dell’uso dell’acqua (ad esempio riutilizzo delle acque reflue, ricarica e conservazione gestita delle falde acquifere). (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla