Roma – Scoperti sette oggetti inediti, chiamati comete oscure, che orbitano vicino alla Terra. A rivelarlo uno studio guidato da Darryl Z. Seligman, della Michigan State University e Davide Farnocchia, ingegnere presso il NASA Jet Propulsion Laboratory che, nel 2012, ha svolto un dottorato di ricerca in matematica presso l’Università di Pisa, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. L’oggetto interstellare in questione, chiamato 1I/’Oumuamua, rappresenta una classe di corpi celesti ampiamente non caratterizzata, chiamata comete oscure. Le accelerazioni esibite dalle comete oscure non sono attribuibili alla gravità o agli effetti basati sulle radiazioni, ma sono probabilmente dovute al degassamento di sostanze volatili, che si verifica anche se gli oggetti non trasportano una coda di polvere, a differenza delle comete tradizionali. Seligman, Farnocchia e colleghi hanno utilizzato immagini da telescopi in Cile e Hawaii per identificare altri sette oggetti vicini alla Terra come comete oscure. La scoperta raddoppia il numero di comete oscure ad oggi identificate. Gli oggetti sono geologicamente inattivi, mostrano un’accelerazione non gravitazionale e producono poca o nessuna polvere. L’inclusione degli oggetti nel gruppo di comete oscure identificate suggerisce due distinte popolazioni di comete oscure: una popolazione, chiamata comete oscure “esterne”, è composta da comete con orbite altamente eccentriche che si estendono verso l’orbita di Giove; l’altra popolazione, chiamata comete oscure “interne”, è composta da oggetti con orbite approssimativamente circolari vicine all’orbita terrestre. Secondo gli autori, le comete oscure rappresentano ulteriori tipi di oggetti del sistema solare che potrebbero aver un tempo trasportato acqua, sostanze chimiche organiche e altri elementi costitutivi della vita sulla Terra. (30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Scoperte sette comete oscure vicine alla Terra
(11 Dicembre 2024)
Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.