Roma – I pannelli solari potrebbero piegarsi e rispondere al vento per adattarsi alle condizioni meteorologiche estreme, riducendo il rischio di danni strutturali alle piattaforme. A suggerirlo gli scienziati del Centre for Material Forming presso la PLS University di Sophia Antipolis, in Francia, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Physics of Fluids, dell’American Institute of Physics, per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Elie Hachem, ha combinato la dinamica dei fluidi e l’intelligenza artificiale per affrontare in modo innovativo alcune delle sfide più impellenti dei pannelli solari. L’energia solare, spiegano gli esperti, rappresenta il settore energetico in più rapida crescita al mondo.

I singoli pannelli in un parco fotovoltaico si orientano separatamente per ridurre al minimo i danni causati dal vento. Credito: Michel et al.
Gli impianti fotovoltaici convertono la luce solare in elettricità, e il loro vasto potenziale per la produzione di energia pulita li rende una pietra miliare NetZero Emissions by 2050, che mira a ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica entro il 2050. I pannelli sottili, però, sono particolarmente vulnerabili al vento forte, che in alcuni casi provoca danni che richiedono settimane per le riparazioni. Il gruppo di ricerca ha sviluppato un approccio innovativo per proteggere i pannelli solari dalle condizioni metereologiche estreme. I supporti di tracciamento, che ruotano i pannelli per la massima esposizione alla luce solare rimangono in funzione fino al raggiungimento di una certa velocità del vento. In questo caso, il pannello entra in una presunta posizione di stivaggio sicura parallela al terreno. Sebbene tale sistema sia piuttosto efficace, comporta una notevole perdita di efficienza del pannello, che comunque risulta vulnerabile in caso di raffiche più forti. Il framework utilizzato dal team combina simulazioni avanzate del vento con l’apprendimento automatico per ottimizzare gli angoli dei singoli pannelli solari sotto venti forti. A differenza dei metodi precedenti, questo approccio considera le strutture come decisori indipendenti e identifica soluzioni creative basate sui dati per ridurre lo stress, superando significativamente le attuali misure di sicurezza. “Stiamo insegnando ai pannelli a danzare con il vento – commenta Hachem – riducendo al minimo i danni e conservando l’immagazzinamento di energia. Il framework offre una soluzione scalabile per migliorare la resilienza nel mondo reale, aprendo al contempo la porta a sistemi più intelligenti e adattivi per il prossimo futuro”.(30Science.com)