Valentina Di Paola

Le bufale fanno amicizia sulla base dei tratti di personalità simili

(5 Dicembre 2024)

Roma – Gli esemplari femminili di bufalo selvatico stringono rapporti di amicizia sulla base di tratti di personalità simili. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista iScience, condotto dagli scienziati della City University di Hong Kong (CityUHK). Il team, guidato da Debottam Bhattacharjee, ha analizzato una popolazione unica di bufali selvatici sull’isola di Lantau a Hong Kong. Personalità sociali simili influenzano fortemente le amicizie negli esseri umani, ma sappiamo relativamente poco su come gli animali avviano queste relazioni. Nell’ambito dell’indagine, gli autori hanno scoperto che la stretta vicinanza spaziale funge da indicatore di amicizia sulla base di modelli predittivi di determinati tratti della personalità. “Il nostro lavoro – afferma Bhattacharjee – evidenzia che le amicizie tra bufali d’acqua possono formarsi tra individui con comportamenti simili. Queste scoperte offrono preziose intuizioni sull’evoluzione dei legami sociali”.

Le bufale femmine riposano nei campi di Pui O sull’isola di Lantau, Hong Kong, nel settembre 2023.
Credito
(Dott. Debottam Bhattacharjee)

 

Le personalità e le relazioni sociali, spiegano gli esperti, possono svolgere un ruolo importante nel comprendere come i bufali utilizzino i propri habitat nelle varie stagioni in cui le risorse alimentari non sono sempre stabili. Il gruppo di ricerca ha scoperto che le bufale con personalità simili tendono a mostrare maggiori associazioni spaziali, ovvero trascorrono più tempo fisicamente vicine tra loro, durante attività come la ricerca di cibo, gli spostamenti collettivi e i momenti di riposo. Gli studiosi si sono concentrati sull’osservazione delle bufale femmine che trascorrevano più tempo in compagnia le une delle altre e che tendevano anche a mostrare tratti della personalità simili correlati a variabili comportamentali ripetibili, ovvero tensione sociale, vigilanza e dominanza generale. “Il modo in cui gli animali si avvicinavano e si evitavano a vicenda – spiega Alan McElligott, altra firma dell’articolo – veniva considerato tensione sociale. L’atteggiamento in cui gli esemplari si sedevano e si muovevano era etichettato come vicinanza, mentre la dominanza generale riguardava le risposte e le interazioni con gli altri membri della mandria. Questi tratti sono stati utilizzati per prevedere con certezza quanto tempo le bufale femmine avrebbero trascorso insieme, offrendo spunti su come si formano e si mantengono le amicizie. Studi precedenti dimostrano che le associazioni sociali e le amicizie sono positivamente associate a una serie di benefici per la salute, il benessere e la sopravvivenza. Inoltre, esistono sempre più evidenze che diverse specie formano amicizie stabili e durature simili a quelle umane. “Comprendere i comportamenti sociali negli animali sociali – conclude Kate Flay del Dipartimento di scienze cliniche veterinarie del CityUHK – può aiutarci a sviluppare strategie mirate per migliorare il benessere degli esemplari, favorendo il mantenimento di una salute ottimale dei branchi. Questo studio evidenzia la necessità di valutare più in dettaglio in che modo le relazioni sociali preferenziali o le amicizie influenzino le popolazioni di bufali selvatici e come quanto appreso possa essere applicato ai comportamenti di altri animali, in modo da mantenere e promuovere un approccio più sostenibile alla conservazione degli animali, specialmente per le specie minacciate”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).