Valentina Di Paola

I materiali da costruzione e la plastica stoccano milioni di tonnellate di carbonio

(20 Dicembre 2024)

Roma –  Oggetti in platica, edifici e infrastrutture umane rappresentano un cosiddetto “pozzo di carbonio” che stocca emissioni per 400 milioni di tonnellate all’anno. Una gestione oculata quindi di questi prodotti è essenziale per evitare che questo carbonio stoccato venga emesso nell’atmosfera. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports Sustainability, condotto dagli scienziati dell’Università di Groningen. Gli autori guidati da Klaus Hubacek, hanno valutato i dati relativi agli input e gli output dei materiali di diversi settori economici a livello globale per il 2011, l’unico anno per cui le informazioni erano disponibili su scala mondiale. Gli studiosi hanno quindi calcolato la quantità di carbonio associata a diversi settori utilizzando il contenuto medio di carbonio di vari prodotti. Le dinamiche associate al modo in cui il carbonio derivato dai fossili raggiunge e interagisce con l’ambiente sono ben documentate, spiegano gli esperti, ma si sa molto poco su come venga immagazzinato nei prodotti di origine antropica.  “Abbiamo accumulato più carbonio nei prodotti antropici – riporta Hubacek – rispetto a quanto sia presente nel mondo naturale, ma continuiamo a ignorare questa problematica, esacerbandone i rischi”. Stando a quanto emerge dall’indagine,  nel 2011, il nove per cento del carbonio fossile estratto è stato accumulato in prodotti di lunga durata all’interno della cosiddetta “tecnosfera” – l’insieme dei manufatti umani. Se la stessa quantità fosse stata rilasciata nell’ambiente come CO2, avrebbe uguagliato le emissioni dell’Unione Europea per lo stesso periodo di tempo. La costruzione di edifici e infrastrutture ha rappresentato il più alto accumulo di carbonio fossile, pari al 34 per cento. I prodotti in gomma e plastica erano associati al 30 per cento del carbonio fossile accumulato, seguiti dal bitume per il 24 per cento, e da macchinari e attrezzature per il 16 per cento. In aggiunta, gli scienziati hanno estrapolato i risultati dell’anno considerato per stimare la quantità di carbonio fossile confluita nella tecnosfera tra il 1995 e il 2019 utilizzando dati monetari del periodo. Nel complesso, i calcoli suggeriscono che in questo arco di tempo un totale di 8,4 miliardi di tonnellate di carbonio fossile  sia stato stoccato nella tecnosfera. “Se da un lato possiamo considerare questo fenomeno come una forma di sequestro di carbonio – afferma Franco Ruzzenenti, collega e coautore di Hubacek – dall’altro non possiamo ignorare il pericolo ambientale che esso rappresenta.”. “Nei prossimi step – conclude Kaan Hidiroglu, altra firma dell’articolo – abbiamo in programma di studiare il potenziale a lungo termine del sequestro del carbonio biogenico nei beni durevoli. Ciò ci consentirà di valutare se diversificare le strategie di sequestro del carbonio, come lo stoccaggio del carbonio biogenico nei beni durevoli come i materiali in legno per l’edilizia, potrebbe essere un’opzione praticabile”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).