Valentina Arcovio

Obesità: indice rotondità per predire impatto su cuore

(12 Dicembre 2024)

Roma – Se l’eccesso di peso è responsabile delle principali malattie cardiovascolari, la bilancia però conta meno della misura del grasso viscerale che può essere calcolato in modo semplice con l’indice di rotondità (BRI – Body Roundness Index). Un parametro che misura il girovita in rapporto all’altezza, in grado di prevedere il rischio cardiovascolare che è più alto del 22% in chi ha un valore BRI moderato, che sale al 55% in chi ha un valore di BRI elevato. A dimostrarlo uno studio pubblicato di recente sul Journal of American Heart Association e condotto dal Centre for Diseases, Control and Prevention dell’Università di Nanchino. I risultati sono stati discussi in occasione dell’85esimo congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia (Sic), in corso a Roma. “Più esposti a rischio cardiovascolare – spiega Pasquale Perrone Filardi, presidente SIC e direttore della scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli – i soggetti a ‘mela’, che accumulano il grasso sull’addome, con girovita superiore agli 88 centimetri nelle donne e ai 102 centimetri negli uomini, rispetto a chi è a ‘pera’, con deposito di grasso su fianchi e cosce. Ma, per la salute del cuore, il girovita deve essere, soprattutto, circa la metà dell’altezza, un rapporto misurato dall’indice di ‘rotondità’ che, offrendo informazioni più precise rispetto all’indice di massa corporea proprio perché considera, grazie alla curva ellittica personale anche il grasso dell’addome, è in grado di prevedere il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari”. Lo studio che ha validato il BRI è stato condotto su quasi 10.000 persone, con età media di 58 anni all’inizio dell’osservazione, seguiti per sei anni. Sono state rilevate le misurazioni e dettagliati i cambiamenti delle variazioni dell’ovale tra pancetta e altezza dei partecipanti. Dall’analisi dei dati è emerso che, rispetto al gruppo con livelli di BRI bassi, il rischio di malattie cardiovascolari con livello di BRI moderato aumenta del 22% e sale addirittura al 55% nei gruppi con livello di BRI alto. “Questi risultati suggeriscono che la misura della rotondità può essere utilizzata per prevenire le malattie cardiovascolari ed essere uno screening molto semplice – sottolinea Francesco Barillà, presidente della Fondazione Cuore siamo Noi della SIC -, perché tanto più la misura del girovita si avvicina all’altezza, tanto maggiore sarà la ‘rotondità’ e, di conseguenza, più alto il rischio cardiovascolare. Ad esempio, se un individuo è alto 170 centimetri e il suo girovita supera i 110 centimetri, il BRI sarà elevato e il rischio cardiovascolare risulterà raddoppiato rispetto a quello di un individuo con BRI normale”. (30Science.com)

 

Valentina Arcovio