Roma – I piccoli reattori nucleari modulari di nuova generazione sono fondamentali per portare avanti una transizione green sostenibile dal punto di vista economico. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’ Università del Michigan e pubblicato su Nature Energy. L’interesse per i piccoli reattori nucleari modulari, o SMR, sta aumentando vertiginosamente, con aziende tecnologiche tra cui Google, Amazon e Microsoft che stanno investendo in questa tecnologia energetica emergente anche a causa della loro crescente domanda di energia elettrica. L’Università del Michigan dimostra che gli SMR sono economicamente sostenibili, anzi essenziali in un mix energetico green valido dal punto di vista dei costi/benefici, e che sono destinati ad essere sfruttati al meglio del loro potenziale entro il 2050. “Sebbene costosi e impegnativi, gli SMR hanno il potenziale per essere implementati”, ha affermato Max Vanatta , autore principale del nuovo studio sulla rivista Nature Energy. Che ha aggiunto che sulla lunga “possono comunque rappresentare l’opzione più economica”. Lo studio prevede che entro il 2050 negli USA potrebbero essere impiegati abbastanza SMR per ridurre le emissioni annuali di anidride carbonica del paese di fino a 59 milioni di tonnellate metriche. Per arrivare a questo risultato però nelle prime fasi questa tecnologia avrà bisogno di un forte sostegno statale e dei privati. Nel nuovo studio, Vanatta, e colleghi hanno valutato l’impiego di SMR per oltre 900 strutture che utilizzano al momento gas naturale per soddisfare le proprie esigenze di riscaldamento industriale. Le strutture rappresentavano 14 settori produttivi ad alta intensità energetica, tra cui cartiere, raffinerie di petrolio e produttori chimici. “Fornire calore sufficientemente economico tramite mezzi a basse emissioni di carbonio è davvero difficile”, ha affermato Vanatta. “È qui che gli SMR offrono una grande opportunità”. Per la sua analisi, il team ha sviluppato un modello per proiettare il grado e l’impatto dell’implementazione di SMR in questi contesti tenendo conto di tre variabili. Una variabile era il costo del gas naturale. Il team ha scoperto che gli SMR possono competere con il gas naturale a 6 dollari o più per milione di unità termiche britanniche, o MMBtu, un’unità di misura standard per il contenuto di calore. Sebbene non sia la quotazione più bassa per il costo del gas naturale, è un prezzo industriale realistico, ha affermato Vanatta. Un’altra variabile era il modo in cui il governo incentivava lo sviluppo di SMR attraverso la politica. Qui, i ricercatori hanno scoperto che incentivi come crediti d’imposta e tasse sul carbonio farebbero un’enorme differenza, mentre i sussidi diretti no. L’ultima variabile era quanto l’esperienza di costruzione e installazione di un SMR avrebbe ridotto i costi dei futuri progetti SMR. Storicamente, non c’è stato molto evoluzione sulla riduzione dei costi quando si è trattato di centrali nucleari convenzionali. Ma secondo gli autori dello studio quedsto cambierà con i design più piccoli e modulari degli SMR. Secondo la US Energy Information Administration, le centrali nucleari convenzionali forniscono attualmente al paese circa 100 gigawatt di capacità energetica. Le strutture analizzate dal team potrebbero distribuire più di 20 gigawatt aggiuntivi nello scenario migliore per gli SMR.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Reattori nucleari modulari essenziali per transizione green economica
(6 Novembre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla