Roma – Nonostante il bilancio di massa degli apparati glaciali monitorati risulti sempre negativo, i generosi apporti tardo invernali e l’andamento delle temperature primaverili e tardo estive hanno in parte mitigato i fenomeni di ablazione sui ghiacciai, che comunque denotano una costante tendenza al ritiro.
In termini generali, infatti, la stagione invernale 2023-24 è stata mediamente più ricca di precipitazioni, concentrate soprattutto nel periodo del tardo inverno e inizio primavera, mentre i mesi primaverili ed estivi sono stati caratterizzati da valori di temperatura mediamente più bassi rispetto al precedente anno 2023 e ancor di più rispetto al 2022.
Nel dettaglio per quanto riguarda il Ghiacciaio del Timorion (Valsavarenche) il bilancio di massa complessivo, dato dalla differenza tra la massa accumulata con le precipitazioni nevose invernali e primaverili e la massa persa per la fusione di neve e ghiaccio (ablazione) nella stagione estiva, conferma la costante tendenza al ritiro, ma quest’anno in misura minore rispetto agli ultimi anni.
Il valore di accumulo registrato quest’anno si pone al massimo della serie storica iniziata nel 2001 segnando un accumulo circa tre volte superiore rispetto a quello registrato nell’inverno 2022 – 2023 (630 mm) e di 400 mm superiore rispetto al massimo registrato nell’inverno 2012 – 2013 (1.413 mm).
Questi depositi nevosi, che hanno raggiunto spessori superiori rispetto agli anni precedenti, hanno rappresentato una risorsa fondamentale per il periodo di ablazione, caratterizzato nell’estate 2024 da temperature medie più basse.
Il bilancio di massa è sempre negativo, ma contenuto rispetto ai recenti anni passati: -654 mm w. Eq., rispetto a –1.814 mm w. Eq nel 2023 e a -4.191 mm w. Eq nel 2022, noto come annus horribilis per i ghiacciai valdostani. Anche sul Ghiacciaio del Rutor (La Thuile) il bilancio di massa complessivo risulta ancora negativo, ma anche in questo caso mitigato dalla combinazione positiva derivante da accumuli nevosi abbondanti e da temperature medie estive più basse rispetto agli ultimi due anni.
Il valore di accumulo colloca l’inverno 2023-2024 al secondo posto per abbondanza di massa, nel periodo di monitoraggio di 20 anni, di poco inferiore al valore massimo registrato nella serie del 2013: il ghiaccio del Rutor ha tradizionalmente beneficiato di apporti nevosi superiori rispetto al Timorion, un fenomeno generalmente attribuito alla posizione geografica differente dei due apparati.
Tuttavia, nell’inverno appena trascorso, è emerso un pattern di precipitazioni significativamente diverso, che ha mostrato una distribuzione delle nevicate più uniforme e ricca su entrambi i ghiacciai, riducendo le differenze che si osservavano negli anni precedenti.
Anche per quanto riguarda il ghiacciaio del Rutor, i dati di temperatura della stagione di fusione del 2024 evidenziano una stagione caratterizzata da valori mediamente più bassi rispetto ai due anni precedenti, limitando i processi di fusione del ghiaccio e del manto nevoso residuo.
Il risultato finale porta ad un bilancio di massa del ghiacciaio del Rutor di –506 mm w. Eq., contenuta se confrontata con il dato del 2023 di -1010 mm w. Eq e del 2022 di -3867 mm w. Eq.
Le attività di monitoraggio sul ghiacciaio del Timorion sono effettuate dall’Arpa Valle d’Aosta, in collaborazione con gli operatori del Corpo di Sorveglianza del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Le misurazioni geofisiche tramite Ground Penetrating Radar (GPR) sul ghiacciaio del Rutor sono state condotte sempre da Arpa Valle d’Aosta, in collaborazione con il Dipartimento DIATI del Politecnico di Torino.
Il report completo, con tutte le informazioni inerenti le misure e l’elaborazione dei dati è disponibile sul sito di Arpa Valle d’Aosta, Rilievi glaciologici in Valle d’Aosta – Anno 2024. (30Science.com)