Gianmarco Pondrano d'Altavilla

L’inquinamento da plastiche sta infrangendo tutti i limiti ambientali

(8 Novembre 2024)

Roma – L’inquinamento da plastiche sta infrangendo tutti i limiti ambientali, mettendo a rischio la salute della Terra e degli esseri umani. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’ Università di Stoccolma e pubblicato su One Earth. “È necessario considerare l’intero ciclo di vita della plastica, a partire dall’estrazione dei combustibili fossili e dalla produzione primaria del polimero plastico”, afferma Patricia Villarrubia-Gómez, autrice principale dell’articolo. Ogni anno vengono prodotte 500 milioni di tonnellate di plastica, ma solo il nove per cento viene riciclato a livello globale. La plastica è ovunque: dalla cima del monte Everest alla parte più profonda della Fossa delle Marianne. Attraverso una revisione sintetica della letteratura scientifica sugli impatti della plastica sull’ambiente naturale, il team di ricerca dimostra che l’inquinamento da plastica sta modificando i processi dell’intero sistema Terra e influisce su tutti i problemi ambientali globali, tra cui il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’acidificazione degli oceani e l’uso di acqua dolce e terra. Lo studio sottolinea la necessità di considerare la complessità delle plastiche. In quanto materiali sintetici a base di polimeri associati a migliaia di altre sostanze chimiche, i loro impatti si verificano durante l’intero ciclo di vita di questi prodotti e materiali. “La plastica è vista come quei prodotti inerti che proteggono i nostri beni preferiti e che può essere ‘facilmente smaltita’ una volta diventata rifiuto. Ma questo è ben lontano dalla realtà. La plastica è composta dalla combinazione di migliaia di sostanze chimiche. Molte di esse, come gli interferenti endocrini e le sostanze chimiche eterne, sono tossiche e dannose per gli ecosistemi e la salute umana. Dovremmo vedere la plastica come la combinazione di queste sostanze chimiche con cui interagiamo quotidianamente”, afferma Villarrubia-Gómez. Fino a poco tempo fa, la comunità scientifica ha studiato per lo più questi impatti separatamente, senza affrontare le interazioni tra di essi. Inoltre, il discorso pubblico e la politica tendono ad affrontare la plastica come un problema principalmente di rifiuti. “Gli impatti della plastica sul sistema terrestre sono complessi e interconnessi e questo lavoro dimostra chiaramente come la plastica agisca per destabilizzare il sistema”, afferma la coautrice Sarah Cornell dell’Università di Stoccolma. L’approccio della nuova ricerca considera impatti in tre fasi principali del ciclo di vita completo della plastica: estrazione delle materie prime, produzione e utilizzo della plastica; rilascio e destino ambientale; ed effetti sul sistema Terra. “Sottolineiamo la necessità di tenere conto degli impatti in tutte le fasi del ciclo di vita della plastica. Proponiamo un set di variabili di controllo che insieme ci consentono di comprendere e controllare meglio l’inquinamento da plastica”, afferma Patricia Villarrubia-Gómez. I ricercatori hanno esaminato i dati disponibili al pubblico sulla produzione di plastica. Nel 2022 (i dati più recenti), sono state prodotte almeno 506 milioni di tonnellate di plastica in tutto il mondo, con un totale di 11.090 milioni di tonnellate di plastica prodotte dal 1950 al 2022. I ricercatori notano che ci sono grandi sfide nell’ottenere dati sulla produzione di plastica e nell’utilizzarli per effettuare questi calcoli. La segnalazione dei dati si riferisce a diversi tipi di polimeri, con una standardizzazione insufficiente e mancanza di dettagli metodologici e metadati sulle fonti. Non sono possibili aggregazioni trasparenti e coerenti, ostacolando sia la ricerca che le risposte politiche. Tuttavia, le prove disponibili mostrano chiaramente come la plastica contribuisca ai problemi ambientali su scala planetaria, sia direttamente sia attraverso interazioni biofisiche a catena ed effetti cumulativi. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla