Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Gli oceani raffreddano il clima molto più di quanto si credeva

(28 Novembre 2024)

Roma – Gli oceani, e in particolar modo l’Oceano Antartico, contribuiscono a raffreddare il clima globale molto più di quanto ritenuto in precedenza. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’University of East Anglia (UEA) e pubblicato su Science Advances. La ricerca dimostra che gli oceani non solo catturano e ridistribuiscono il calore del sole, ma producono anche gas che formano particelle con effetti climatici immediati, ad esempio lo schiarimento delle nuvole con conseguente riflessione del calore. I risultati degli autori indicano un maggior impatto dello zolfo marino in ragione degli effetti di un composto, il metantiolo, che in precedenza era passato inosservato. Le loro scoperte rappresentano un importante passo avanti rispetto a una delle teorie più rivoluzionarie proposte 40 anni fa sul ruolo dell’oceano nella regolazione del clima terrestre. Secondo quanto ricostruito il plancton microscopico che vive sulla superficie dei mari produce zolfo sotto forma di gas, il solfuro dimetilico, che una volta nell’atmosfera si ossida e forma piccole particelle chiamate aerosol. Gli aerosol riflettono parte della radiazione solare nello spazio e quindi riducono il calore trattenuto dalla Terra. Il loro effetto di raffreddamento è amplificato quando vengono coinvolti nella formazione delle nuvole, con un effetto opposto, ma della stessa entità, di quello dei noti gas serra riscaldanti, come l’anidride carbonica o il metano. I ricercatori sostengono che questo nuovo lavoro migliora la nostra comprensione di come viene regolato il clima del pianeta aggiungendo una componente precedentemente trascurata e illustra l’importanza cruciale degli aerosol di zolfo. Evidenziano inoltre l’entità dell’impatto dell’attività umana sul clima e che il pianeta continuerà a riscaldarsi se non si interviene. Charel Wohl del Centre for Ocean and Atmospheric Sciences dell’UEA e uno degli autori principali, ha affermato: “Questo è l’elemento climatico con la maggiore capacità di raffreddamento, ma anche il meno compreso. Sapevamo che il metantiolo usciva dall’oceano, ma non avevamo idea di quanto e dove. Non sapevamo nemmeno che avesse un impatto così grande sul clima. I modelli climatici hanno ampiamente sovrastimato la radiazione solare che raggiunge effettivamente l’Oceano Meridionale, in gran parte perché non sono in grado di simulare correttamente le nuvole. Il lavoro svolto qui colma in parte il divario di conoscenza di lunga data tra modelli e osservazioni”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla