Roma – Un approccio sostenibile all’agricoltura rende gli ecosistemi del suolo più equilibrati e resistenti alle minacce esterne come il cambiamento climatico. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Universität Leipzig e pubblicato su Global Change Biology. Gli autori hanno scoperto che rispetto all’uso intensivo l’uso sostenibile del suolo ha portato a una maggiore attività dei microbivori e a un maggiore controllo dei microrganismi da parte loro. Ciò significa che piccoli predatori come i nematodi regolano le popolazioni di microrganismi e le mantengono in equilibrio.
Utilizzando il design sperimentale del Global Change Experimental Facility (GCEF) presso l’Helmholtz Centre for Environmental Research (UFZ), i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che questa regolazione è stata mantenuta anche in condizioni climatiche più provanti come quelle che dovrebbe portare il climate change. Inoltre, il controllo degli erbivori da parte dei predatori naturali era generalmente più pronunciato nelle aree coltivate e di pascolo gestite in modo sostenibile. Ciò è importante perché la riproduzione eccessiva da parte degli erbivori può influenzare significativamente la crescita delle piante e quindi la produttività. “I nostri risultati mostrano i potenziali benefici di una gestione del suolo meno intensiva e più sostenibile per il funzionamento delle reti alimentari del suolo, sia oggi che in un clima che cambia”, afferma la prima autrice dell’articolo, Marie Sünnemann. “Ci siamo concentrati sui cicli energetici nella rete alimentare del suolo, ovvero l’energia che viene trasmessa dai decompositori e dagli erbivori ai piccoli predatori”, afferma il coautore, il professor Nico Eisenhauer. Questo trasferimento di energia è stato utilizzato dai ricercatori come indicatore di quanto bene i gruppi principali come decompositori, microbivori, erbivori e predatori svolgessero le rispettive funzioni nell’ecosistema, scoprendo i vantaggi a riguardo dell’agricoltura sostenibile. (30Science.com)