Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Studio misura quanto conta la fortuna negli sport e nella carriera

(7 Novembre 2024)

Roma – Un modello statistico che permette di calcolare il peso della fortuna negli sport e nelle competizioni sociali come quella professionale: è quanto sviluppato da un team di ricercatori guidato dall’Università del Michigan che ha pubblicato i propri risultati su Science Advances. Secondo i risultati dello studio, le competizioni sociali tendono a organizzarsi in gerarchie “profonde”, con molti livelli distinti di abilità, ma con una possibilità persistente di sorprese, indipendentemente dal livello di abilità. D’altro canto, gli sport sono organizzati in gerarchie più “superficiali”, con risultati che tendono a essere più imprevedibili ma con minori grossi “colpi di scena”. Una migliore comprensione di tali gerarchie di abilità potrebbe aiutare gli scienziati sociali e comportamentali a identificare e misurare le disuguaglianze sociali all’interno della società umana. Tradizionalmente, metodi statistici come il famoso modello Bradley-Terry vengono utilizzati per stimare l’abilità di squadre o individui in base all’osservazione dei record di vittorie e sconfitte negli sport e non solo. I ricercatori hanno utilizzato questo modello per oltre 50 anni per valutare tutti i tipi di fenomeni, dalle preferenze dei consumatori alle squadre sportive alle dinamiche sociali degli animali. Tuttavia, l’approccio Bradley-Terry non considera fattori del mondo reale, come la possibilità di vittorie inaspettate o livelli complessi di abilità all’interno di una gerarchia sociale. Per colmare questa lacuna, gli autori del nuovo studio hanno migliorare il modello Bradley-Terry per separare il ruolo della fortuna e quello dei diversi livelli di abilità all’interno di una competizione. I ricercatori hanno applicato questo nuovo metodo a set di dati di una gamma di sport e giochi, tra cui basket, scacchi e videogiochi, e competizioni sociali come pratiche di assunzione presso università e interazioni di dominanza tra le iene. Hanno scoperto che sport e giochi avevano gerarchie “superficiali”, con concorrenti più equilibrati, che gli autori suggeriscono essere una caratteristica che rende tali competizioni più divertenti. Al contrario, hanno scoperto che le competizioni sociali degli animali sono organizzate in gerarchie profonde, con rigidi ordini gerarchici e un chiaro “vincitore” con rare possibilità di sorpresa, mentre le interazioni sociali umane mostravano gerarchie più moderate, con una persistente possibilità di sconvolgimenti indipendenti dalla differenza di abilità. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla