Lucrezia Parpaglioni

Il flyby di Urano del Voyager 2 è avvenuto durante un evento solare anomalo

(11 Novembre 2024)

Roma –  Il sorvolo di Urano da parte del Voyager 2 nel 1986, che ha formato gran parte della comprensione scientifica del pianeta, potrebbe essere avvenuto in condizioni rare quando la sua magnetosfera era insolitamente compressa dal vento solare. Lo rivela uno studio guidato da Jamie Jasinski, dell’Istituto di Tecnologia della California, Pasadena, CA, USA, pubblicato su Nature Astronomy. I risultati suggeriscono che la attuale comprensione del sistema Urano potrebbe essere più limitata di quanto si pensasse. Le magnetosfere planetarie, la regione intorno a un pianeta dominata dal suo campo magnetico, influenzano l’ambiente intorno a un pianeta e la comprensione delle loro proprietà è fondamentale per la pianificazione delle missioni. Il sorvolo di Urano da parte del Voyager 2 ha rivelato una magnetosfera unica, fortemente asimmetrica, apparentemente priva di plasma, un elemento comune alle magnetosfere di altri pianeti e con cinture insolitamente intense di elettroni altamente energetici. Le caratteristiche di questa singola misurazione sono state utilizzate come base per la comprensione del campo magnetico di Urano, ma queste anomalie sono state difficili da spiegare senza una fisica complessa. Jasinski e colleghi hanno rianalizzato i dati del Voyager 2 prima del flyby e hanno scoperto che la sonda ha incontrato Urano subito dopo un intenso evento di vento solare, durante il quale un flusso di particelle cariche è stato rilasciato dall’atmosfera del Sole. Questo ha compresso la magnetosfera di Urano, lasciandola in uno stato che si verifica solo il 4% delle volte. Questo stato vedrebbe una magnetosfera vuota di plasma con cinture di radiazione di elettroni altamente eccitati. Gli autori suggeriscono che, se il Voyager 2 avesse visitato Urano solo una settimana prima del flyby effettivo, avrebbe trovato una magnetosfera simile a quella degli altri pianeti giganti del Sistema Solare, Giove, Saturno e Nettuno, senza alcuna caratteristica anomala. Secondo i ricercatori, a causa della variazione del vento solare su Urano, potrebbero esserci due cicli magnetosferici durante il minimo solare. Inoltre, potrebbe esserci una probabilità molto bassa che Titania e Oberon, le lune uraniane principali più esterne, orbitino al di fuori della magnetosfera, il che potrebbe consentire agli scienziati di rilevare gli oceani sottosuperficiali senza interferenze da parte della magnetosfera. Gli scienziati sottolineano che la comprensione di Urano è ancora molto limitata, poiché questi risultati mettono in discussione le ipotesi precedenti e sottolineano la necessità di future missioni sul pianeta per ottenere una comprensione più accurata della sua magnetosfera..(30Science.com)

 

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.