Valentina Di Paola

Da fossile a suono, uno studio ricostruisce i versi del Parasaurolophus

(21 Novembre 2024)

Roma – Ricostruire un’idea digitale di quello che potrebbe essere il verso del Parasaurolophus, un dinosauro vissuto tra 70 e 80 milioni di anni fa. A questo curioso obiettivo è orientato uno studio, presentato durante il 187° incontro dell’Acoustical Society of America dagli scienziati della New York University. Il team, guidato da Hongjun Lin, ha esaminato i resti fossili della specie Parasaurolophus per modellare il potenziale suono emesso dal dinosauro. Il Parasaurolophus, spiegano gli esperti, era una specie dal becco simile all’anatra, e secondo le stime più recenti poteva raggiungere circa cinque metri di altezza e 2700-3600 kg di peso. “Sono affascinato dagli animali giganti fin da quando ero bambino – dichiara Lin – al college ho capito che, nonostante gli effetti sonori a cui siamo abituati grazie alle pellicole cinematografiche, i versi dei dinosauri sono completamente inventati e basati su esigenze di tipo scenografico. Da allora cerco di ricostruire una riproduzione più fedele della ‘voce’ di queste creature”. Il gruppo di ricerca ha creato un allestimento fisico fatto di tubi per rappresentare un modello matematico, che permette di valutare le meccaniche acustiche che si verificano all’interno della cresta del Parasaurolophus. Il modello, ispirato alle camere di risonanza, è stato sospeso da fili di cotone ed eccitato da un piccolo altoparlante, e un microfono è stato utilizzato per raccogliere dati di frequenza. Sebbene non si tratti di una replica perfetta dell’esemplare, il meccanismo, soprannominato Linophone, dal nome dell’autore, potrebbe facilitare la verifica delle ipotesi matematiche. I risultati iniziali suggeriscono che la cresta del Parasaurolophus svolgeva una funzione di risonanza, in modo simile a quanto osservato nelle specie di uccelli odierni. Il modello matematico è ancora in fase di sviluppo, ma gli esperti sostengono che potrebbe essere utile per studiare animali con strutture vocali simili. “Stiamo progettando un plug-in accessibile – conclude – permetta alle persone di sperimentare e persino di aggiungere suoni di dinosauri alla musica. Quando avremo un software funzionante, passeremo all’uso di scansioni fossili. L’obiettivo finale è quello di ricreare i versi di animali estinti”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).