Roma – Nel prossimo futuro l’Alzheimer potrebbe essere diagnosticato individuando i segnali precoci della malattia attraverso l’uso di microfoni auricolari. Questa incoraggiante prospettiva è stata presentata dagli scienziati dell’École de Technologie Supérieure e della Dartmouth University, che hanno riportato i risultati del proprio lavoro durante il 187° Meeting dell’Acoustical Society of America. Il team, guidato da Miriam Boutros, ha valutato l’efficacia di un metodo alternativo per monitorare i movimenti oculari. La malattia di Alzheimer, spiegano gli esperti, colpisce oltre 50 milioni di persone a livello globale. Non esiste una cura nota e la natura lenta e progressiva della condizione rende difficile una diagnosi precoce. Gli autori sottolineano che uno dei primi segni di decadimento cerebrale è associato alle saccadi, rapidi movimenti oculari involontari, che nelle persone con Alzheimer si manifestano in modo più lento, meno preciso e ritardato rispetto agli individui sani. “I movimenti oculari sono affascinanti – afferma Arian Shamei, altra firma dell’articolo – sono tra i più rapidi e precisi nel corpo umano, per cui richiedono eccellenti capacità motorie e funzioni cognitive”. Per rilevare e analizzare direttamente i movimenti saccadici è necessario che il paziente venga monitorato tramite un’apparecchiatura di eye tracking, che non è facilmente accessibile alla maggior parte delle persone. Per ovviare a questa limitazione, gli scienziati hanno preso in considerazione i microfoni auricolari. “Abbiamo sviluppato il prototipo di un prodotto, chiamato hearable – aggiunge Boutros – si tratta di un auricolare con microfoni, che cattura i segnali fisiologici dell’organismo. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare algoritmi di monitoraggio della salute che potrebbero facilitare il riconoscimento di determinate malattie”. I movimenti oculari, comprese le saccadi, causano vibrazioni del timpano che possono essere captate da microfoni sensibili situati all’interno dell’orecchio. Il gruppo di ricerca sta conducendo esperimenti con volontari, valutando l’efficacia del prototipo e di eye tracker convenzionali. “Speriamo che il nostro lavoro – conclude Shamei – possa contribuire alla realizzazione di dispositivi in grado monitorare l’organismo in modo continuo e non invasivo, allo scopo di riconoscere per tempo l’Alzheimer e altre malattie neurologiche”.(30Science.com)
Valentina Di Paola
Nuovo approccio per riconoscere l’Alzheimer dagli auricolari
(19 Novembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).