Lucrezia Parpaglioni

I lettori preferiscono le poesie scritte dall’IA

(14 Novembre 2024)

Roma – I lettori hanno dimostrato di non saper distinguere in modo affidabile la poesia generata dall’intelligenza artificiale, IA, da quella scritta dall’uomo e di essere più propensi a preferire le poesie generate dall’intelligenza artificiale. Lo rivela una nuova ricerca guidata da Brian Porter, dell’Università di Pittsburgh, USA, pubblicata su Scientific Reports. La tendenza a valutare più positivamente le poesie composte dall’intelligenza artificiale può essere dovuta al fatto che i lettori scambiano la complessità dei versi scritti dall’uomo per l’incoerenza creata dall’intelligenza artificiale e tendono a sottovalutare quanto l’intelligenza artificiale generativa possa apparire simile all’uomo. I ricercatori hanno testato la capacità di 1.634 partecipanti nel distinguere tra la poesia generata dall’IA e quella scritta da un poeta umano. Ai partecipanti sono state presentate dieci poesie in ordine casuale: cinque scritte da dieci noti poeti, tra cui William Shakespeare, Lord Byron, Emily Dickinson e T.S. Eliot, e cinque poesie generate da ChatGPT3.5 nello stile di questi poeti. I partecipanti sono stati più propensi a ritenere che le poesie dell’IA fossero state scritte da un umano, mentre le cinque poesie che si ritenevano meno probabili erano tutte scritte da poeti autentici. In un secondo esperimento, un altro gruppo di 696 partecipanti ha valutato le poesie per 14 caratteristiche quali qualità, bellezza, emozione, ritmo e originalità. I partecipanti sono stati assegnati a caso a tre gruppi in cui è stato detto loro che le poesie erano state scritte da un essere umano, prodotte dall’intelligenza artificiale o non è stata data loro alcuna informazione sulle origini della poesia. I partecipanti a cui è stato detto che le poesie erano state generate dall’IA hanno dato valutazioni più basse su 13 caratteristiche rispetto ai partecipanti a cui è stato detto che le poesie erano scritte da un essere umano, indipendentemente dal fatto che le poesie fossero effettivamente state generate dall’IA o scritte da un essere umano. I partecipanti a cui non è stato detto nulla sull’origine delle poesie hanno valutato più favorevolmente le poesie generate dall’IA rispetto a quelle scritte dall’uomo. Gli autori suggeriscono che i partecipanti abbiano preferito le poesie generate dall’intelligenza artificiale perché più semplici e accessibili rispetto alle opere dei poeti più importanti. Inoltre, secondo gli scienziati, i partecipanti hanno preferito le poesie generate dall’IA perché più facili da interpretare e comprendere, riconducendo erroneamente questa caratteristica alla scrittura umana. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.