Roma – L’aumento della deposizione di azoto da attività umana sta riducendo la diversità e la particolarità evolutiva delle piante che fissano l’azoto, col rischio di danneggiare gli ecosistemi. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università dell’Arizona e pubblicato su Science Advances. La fissazione è il processo con il quale si converte l’azoto gassoso in una forma utile alla crescita vegetale. L’autore principale Pablo Moreno García, dell’Università dell’Arizona, ha affermato che l’eccesso di azoto proveniente dall’agricoltura e dall’industria rende i fissatori di azoto meno competitivi, portando a comunità vegetali semplificate con meno specie di fissatori di azoto. Il professore Ryan A. Folk, coautore dello studio ha aggiunto “Mentre altri hanno previsto che il cambiamento climatico avrebbe potuto giovare ai fissatori di azoto, la nostra ricerca dimostra che ciò non è accaduto. Gli esseri umani stanno cambiando la Terra in molteplici modi che influenzano i fissatori di azoto e la deposizione di azoto è un effetto dannoso schiacciante. L’azoto, il primo numero elencato su un sacchetto di fertilizzante, è spesso il macronutriente vegetale più importante nei sistemi naturali e agricoli, quindi la perdita di queste piante minaccia sia la biodiversità che la stabilità dell’ecosistema”. Anche la diversità filogenetica è diminuita, poiché sono andati persi lignaggi distinti di fissatori di azoto tra i rilievi, ma i “vincitori” e i “perdenti” tra i lignaggi che fissano l’azoto variavano tra i siti di studio, il che suggerisce che le perdite dipendono dal contesto. La deposizione di azoto di origine antropica riduce la diversità delle piante che fissano l’azoto in modi che possono influenzare fortemente la fissazione naturale dell’azoto. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
L’uomo sta distruggendo le piante che fissano l’azoto
(21 Ottobre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla