Roma– Le acque reflue industriali e minerarie possono essere riciclate per creare un legante cementizio alternativo. E’ quanto scoperto da un team di ricerca guidato dall’Università di Oulu che ha pubblicato i propri risultati su Desalination. Diversi settori industriali generano alti livelli di acque reflue saline. Per riciclarle il nuovo metodo mescola una materia prima ricca di calcio, silicio e alluminio con le acque e una piccola quantità di idrossido di sodio. Il risultato finale è una pasta che può essere utilizzata come legante per calcestruzzo, con una resistenza sufficiente per una varietà di applicazioni. “Il metodo sviluppato potrebbe essere di particolare interesse negli ambienti minerari, dove la materia prima per la stabilizzazione potrebbe essere lo scarto di miniera”, suggerisce Tero Luukkonen , professore presso l’Università di Oulu. Lo scarto di miniera è il materiale di scarto rimasto dopo che minerali preziosi sono stati estratti da una miniera. Lo scarto viene immagazzinato in bacini di stoccaggio. “Spesso, lo scarto contiene grandi quantità di calcio, silicio e alluminio, che sono esattamente gli elementi necessari per l’attivazione alcalina”, afferma Luukkonen. C’è un crescente interesse nell’uso di scorie nell’industria edile e del calcestruzzo, e l’Università di Oulu sta portando avanti un’ampia gamma di ricerche su nuovi materiali e sulla purificazione dell’acqua di miniera. Tuttavia, l’uso delle acque reflue di miniera come materia prima è un approccio nuovo. I nuovi risultati della ricerca sono stati prodotti come parte di un progetto di ricerca KaiPa cofinanziato dall’Unione Europea (nell’ambito del programma NextGeneration EU).(30Science.com)