Gianmarco Pondrano d'Altavilla

L’inquinamento da mercurio causato dalle attività umane è in calo

(11 Ottobre 2024)

Roma – Una riduzione inaspettata delle emissioni causate dall’uomo ha portato a un calo del 10 percento delle concentrazioni di mercurio nell’atmosfera. E’ quanto emerge da uno studio guidato dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) e pubblicato su PNAS. In un nuovo studio, i ricercatori hanno analizzato le misurazioni di tutte le stazioni di monitoraggio disponibili nell’emisfero settentrionale e hanno scoperto che le concentrazioni atmosferiche di mercurio sono diminuite di circa il 10 percento tra il 2005 e il 2020. Hanno utilizzato due metodi di modellazione separati per determinare cosa sta guidando questa tendenza. Entrambe le tecniche hanno indicato un calo delle emissioni di mercurio da attività umana come la causa più probabile. Gli inventari globali, d’altro canto, hanno segnalato tendenze opposte. Questi inventari stimano le emissioni atmosferiche utilizzando modelli che incorporano i tassi medi di emissione delle attività inquinanti e la scala di queste attività in tutto il mondo. “Il nostro lavoro dimostra che è molto importante imparare dai dati reali, sul campo, per cercare di migliorare i nostri modelli e queste stime delle emissioni. Questo è molto rilevante per la politica perché, se non siamo in grado di stimare accuratamente le emissioni di mercurio passate, come faremo a prevedere come si evolverà l’inquinamento da mercurio in futuro?” afferma Ari Feinberg, ex postdoc presso l’Institute for Data, Systems, and Society (IDSS) e autore principale dello studio. I nuovi risultati potrebbero aiutare gli scienziati che stanno intraprendendo uno sforzo collaborativo a livello globale per valutare i modelli di inquinamento e sviluppare una comprensione più approfondita dei fattori che determinano le concentrazioni atmosferiche globali di mercurio. Tuttavia, a causa della mancanza di dati dalle stazioni di monitoraggio globali e delle limitazioni nella comprensione scientifica dell’inquinamento da mercurio, i ricercatori non sono riusciti a individuare una ragione definitiva per la discrepanza tra gli inventari e le misurazioni registrate. “Sembra che le emissioni di mercurio si stiano muovendo nella giusta direzione e potrebbero continuare a farlo, il che è incoraggiante da vedere. Ma questo è il massimo cui siamo riusciti ad arrivare con il mercurio. Dobbiamo continuare a misurare e far progredire la scienza”, aggiunge la co-autrice Noelle Selin, professoressa del MIT presso l’IDSS e il Department of Earth, Atmospheric and Planetary Sciences (EAPS).(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla