Gianmarco Pondrano d'Altavilla

I droni aiutano il mais a riprendersi dagli eventi estremi

(21 Ottobre 2024)

Roma – Utilizzare i droni per monitorare le condizioni delle colture del mais e intervenire con precisione e prontezza per salvarne la crescita dopo eventi climatici estremi. Era questo l’obiettivo di uno studio guidato dalla Yangzhou University e i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Remote Sensing. Il mais, o granturco, cresce alto, con steli sottili e ricche spighe. A causa di pioggia, vento e altri eventi meteorologici sempre più estremi, il mais si abbatte, mettendo a rischio l’intero raccolto. Chiamato allettamento, l’abbattimento si traduce in piante più corte e foglie sovrapposte, entrambe con un impatto negativo sulla capacità della pianta di crescere. Gli autori del nuovo studio hanno utilizzato un metodo rapido e non invasivo di monitoraggio da remoto con droni (UAV) denominato imaging iperspettrale per permettere agli agricoltori di ottenere informazioni dettagliate sullo stato delle loro colture e intervenire in caso di allettamento. “La tecnologia di imaging iperspettrale basata su UAV rivoluziona il modo in cui monitoriamo e valutiamo il recupero delle colture allettate”, ha affermato il primo autore Qian Sun, della Yangzhou University. “Questo metodo avanzato consente una valutazione rapida e non distruttiva della salute e della crescita delle piante. Ciò non solo aiuta a comprendere meglio lo stato delle piante, ma migliora anche le pratiche di gestione complessiva delle colture, portando potenzialmente a interventi più efficaci e a una migliore produzione agricola”. L’imaging iperspettrale basato su UAV comporta l’uso di veicoli simili a droni che possono volare con un input umano limitato ed esaminare il campo. Per ogni pixel in un’immagine, il metodo determina le bande spettrali multiple, una comprensione molto più dettagliata della vista umana, che vede solo attraverso tre bande di luce visibile. I ricercatori hanno utilizzato l’imaging iperspettrale basato su UAV per valutare l’altezza nonché l’attività fisiologica del mais, come la produzione di clorofilla, prova della fotosintesi, un processo di produzione di energia che può ridursi se gli steli sono più corti o le foglie sono oscurate da altre piante dopo l’allettamento. Hanno scoperto che il loro approccio basato sulle immagini poteva valutare con precisione sia la statura sia l’attività fisiologica, fornendo informazioni agli agricoltori che potevano quindi apportare modifiche alle colture per favorirne il recupero. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla