Roma – Dopo 50 anni dalla cessazione degli scarichi industriali in acqua, nell’oceano pacifico permane l’inquinamento da DDT. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università della California e pubblicato su PNAS. La pratica di smaltire i rifiuti chimici scaricandoli nell’oceano è stata ed è comune, basandosi sul presupposto che la diluizione e la dispersione dei rifiuti nell’oceano siano sufficienti a ridurre i potenziali danni. Gli autori hanno compilato un database di misurazioni del pesticida DDT – che è stato scaricato nell’oceano al largo della costa della California meridionale a metà del XX secolo – nei sedimenti e nei pesci vicino ai luoghi di smaltimento. La modellazione spaziale ha mostrato che la concentrazione di DDT nei sedimenti era elevata vicino ai luoghi di smaltimento storici più di 50 anni dopo dallo sversamento. Più della metà della variazione nelle concentrazioni di DDT nei pesci potrebbe essere spiegata dalle concentrazioni di DDT nei sedimenti. La relazione tra pesci e contaminazione dei sedimenti dipendeva da fattori dell’ecosistema come l’uso dell’habitat e i ruoli delle specie nella rete alimentare, il che suggerisce che i processi a livello di ecosistema regolano la bioaccumulazione di DDT nei pesci. Secondo gli autori, lo studio svela la persistente eredità chimica dello scarico di DDT e offre un quadro per prevedere il carico ambientale di tossine nei pesci sulla base dell’ecologia e dei modelli spaziali di contaminazione dei sedimenti.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Dopo 50 anni inquinamento da DDT persiste nell’oceano
(29 Ottobre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla