Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Assorbimento CO2 da piante + 31% rispetto a stime passate

(22 Ottobre 2024)

Roma – Le piante in tutto il mondo stanno assorbendo circa il 31 per cento in più di anidride carbonica di quanto si pensasse in precedenza. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Cornell University e pubblicato su Nature. La quantità di CO2 rimossa dall’atmosfera tramite fotosintesi dalle piante terrestri è nota come Produzione Primaria Lorda Terrestre, o GPP. Rappresenta il più grande scambio di carbonio tra terra e atmosfera sul pianeta. La GPP è solitamente citata in petagrammi di carbonio all’anno. Un petagrammo equivale a 1 miliardo di tonnellate metriche, che è all’incirca la quantità di CO2 emessa ogni anno da 238 milioni di veicoli passeggeri alimentati a combustione. Gli autori del nuovo studio con il supporto dell’Oak Ridge National Laboratory ha utilizzato nuovi modelli e misurazioni per valutare il GPP dalla terra arrivando a una cifra di 157 petagrammi di carbonio all’anno, rispetto a una stima di 120 petagrammi stabilita 40 anni fa e attualmente utilizzata nella maggior parte delle stime del ciclo del carbonio della Terra. I ricercatori hanno sviluppato un modello integrato che traccia il movimento del composto chimico solfuro di carbonile, o OCS, dall’aria ai cloroplasti delle foglie, le fabbriche all’interno delle cellule vegetali che svolgono la fotosintesi. Il team di ricerca ha quantificato l’attività fotosintetica tracciando l’OCS. Il composto segue in gran parte lo stesso percorso attraverso una foglia della CO2, è strettamente correlato alla fotosintesi ed è più facile da tracciare e misurare rispetto alla diffusione della CO2. Per queste ragioni, l’OCS è stato utilizzato come proxy della fotosintesi a livello di pianta e foglia. Questo studio ha dimostrato che l’OCS è adatto a stimare la fotosintesi su larga scala e per lunghi periodi di tempo, rendendolo un indicatore affidabile del GPP mondiale. Il team ha utilizzato dati sulle piante provenienti da una varietà di fonti per informare lo sviluppo del modello. Una delle fonti era il database LeafWeb , creato presso l’ORNL – Oak Ridge National Laboratory. LeafWeb raccoglie dati sui tratti fotosintetici da scienziati di tutto il mondo per supportare la modellazione del ciclo del carbonio. Gli scienziati hanno verificato i risultati del modello confrontandoli con dati ad alta risoluzione da torri di monitoraggio ambientale invece che con osservazioni satellitari, che possono essere ostacolate dalle nuvole, in particolare ai tropici. La chiave della nuova stima è una migliore rappresentazione di un processo chiamato diffusione del mesofillo, ovvero come OCS e CO2 si spostano dalle foglie ai cloroplasti, dove avviene la fissazione del carbonio. Comprendere la diffusione del mesofillo è essenziale per capire quanto efficientemente le piante conducano la fotosintesi e persino come potrebbero adattarsi ai cambiamenti ambientali. Lianhong Gu, coautore, esperto di fotosintesi e scienziato della Divisione di Scienze Ambientali dell’ORNL, ha contribuito a sviluppare il modello di conduttanza del mesofillo del progetto, che rappresenta numericamente la diffusione dell’OCS nelle foglie, nonché il collegamento tra diffusione dell’OCS e fotosintesi. “Capire quanta CO2 le piante fissano ogni anno è un enigma su cui gli scienziati lavorano da un po'”, ha detto Gu. “La stima originale di 120 petagrammi all’anno è stata stabilita negli anni ’80 ed è rimasta invariata mentre cercavamo di trovare un nuovo approccio”. Le foreste pluviali pantropicali hanno rappresentato la differenza maggiore tra le stime precedenti e le nuove cifre, una scoperta che è stata corroborata da misurazioni a terra, ha affermato Gu. La scoperta suggerisce che le foreste pluviali sono un pozzo di carbonio naturale più importante di quanto precedentemente stimato utilizzando dati satellitari. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla