Valentina Di Paola

Bisogna preservare la biodiversità delle banane asiatiche

(2 Ottobre 2024)

Roma – I parenti selvatici delle banane del Sud-Est asiatico continentale sono associate a un tasso di biodiversità più elevato di quanto si sospettasse in precedenza, ed è pertanto necessario intraprendere azioni mirate per preservare le risorse genetiche della natura e salvaguardare i raccolti futuri. A porre l’accento su questa problematica uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati dell’Istituto francese per la ricerca sull’agricoltura (Cirad) e del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi. Il team, guidato da Christophe Jenny e Gabriel Sachter-Smith, ha analizzato la diversità delle specie di Musa nel Sud-Est asiatico, con particolare attenzione alla zona settentrionale che comprende Vietnam, Laos e la provincia cinese dello Yunnan. In totale, sono stati raccolti 208 esemplari di diverse specie, tra cui Musa balbisiana, M. itinerans, M. acuminata e M. yunnanensis.

Musa balbisiana , una specie di banana selvatica che cresce in Vietnam e presenta alcuni tratti di domesticazione.
Credito
Immagine di CIRAD, CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

Gli autori hanno utilizzato un approccio che combina dati morfologici e genotipizzazione per esaminare i campioni ottenuti. L’analisi evidenzia come le specie di banana presentino una notevole diversità genetica, non sempre percepibile a livello morfologico, tanto che il Sud-Est asiatico rappresenta un centro primario di diversificazione per questa specie vegetale. Nell’ambito dell’indagine, gli esperti hanno analizzato la distribuzione geografica dei taxa, ma anche la variabilità intra-specifica, evidenziando come molte di queste banane siano minacciate a causa della deforestazione. I ricercatori hanno impiegato tecniche di sequenziamento genomico ad alta densità per analizzare la diversità delle piante raccolte, confermando che M. balbisiana è distribuita in modo ampio e strutturato geograficamente, spesso coltivata per usi locali come alimento per animali. M. itinerans, invece, è stata trovata in aree più selvagge e montuose, con variazioni morfologiche significative ma non supportate da una forte distinzione genetica. “La conoscenza approfondita di queste specie selvatiche – sostengono gli autori – è essenziale per i programmi di miglioramento genetico, dato che esse rappresentano una risorsa fondamentale per la conservazione della biodiversità. In quest’ottica, sarà necessario arricchire le collezioni es situ e adottare misure di gestione in situ per proteggere le specie minacciate e favorirne l’uso nei programmi di ibridazione”. (30Science.com)

 

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).