Roma – “Il premio Nobel del 2024 riconosce l’importanza del lavoro svolto da John Hopfield e Geoffrey Hinton nel gettare le basi dell’intelligenza artificiale”. Lo ha spiegato Guido Caldarelli, direttore dell’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Isc).
“Il modello introdotto da Hopfield, primo fra tanti modelli di reti, – spiega – si ispira al funzionamento del cervello introducendo una rete artificiale in cui i nodi rappresentano i neuroni del nostro cervello che si organizzano per mezzo di collegamenti che possono essere rafforzati o indeboliti a seconda dell’addestramento che si compie sulla rete. All’inizio le connessioni sono generali, ma è l’evoluzione (l’uso) che seleziona quali collegamenti rimangono importanti rispetto agli altri. Nonostante la sua semplicità questo modello ha rappresentato la base per i successivi studi sul riconoscimento di schemi di dati. HInton ha introdotto in questo campo la cosiddetta Macchina di Boltzmann, un modello di vetri di spin stocastico che può essere utilizzato per riconoscere elementi caratteristici in un insieme di dati, e che permette di poter realizzare un parallelo fra il processo di apprendimento di questi algoritmi e i fenomeni fisici del campo della complessità. Il premio Nobel del 2024 delinea chiaramente il contributo della fisica statistica -saldamente presente in entrambi gli approcci- alla comprensione di questo campo di ricerca e alla creazione di nuove tecnologie”.(30Science.com)