Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Cotta Ramusino (Pugwash Conferences), Nobel Pace monito a riflettere sul rischio nucleare oggi

(11 Ottobre 2024)

Roma – “La notizia del Nobel per la Pace a Nihon Hidankyo, arriva come un monito a riflettere sull’attuale situazione mondiale dove il rischio dell’utilizzo di armi nucleari è tutt’altro che scongiurato”. Così Paolo Cotta-Ramusino, fisico e Segretario Generale di Pugwash Conferences on Science and World Affairs, ha commentato l’assegnazione del premio Nobel per la Pace a Nihon Hidankyo, un’associazione fondata dai sopravvissuti alle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki durante la Seconda guerra mondiale, premiata per i suoi sforzi a favore di un mondo libero dalle armi nucleari. “Attualmente – continua Cotta-Ramusino – non stiamo assistendo ad un ingrandimento degli arsenali nucleari, ma sicuramente i due conflitti in corso in Ucraina e nel Medioriente ci impongono di considerare la possibilità che uno degli attori coinvolti possa utilizzare l’arma atomica”. A questa fonte di preoccupazione va aggiunta quella della proliferazione “con l’ingresso nel novero degli Stati dotati di arma atomica di nuovi Paesi – penso ad Israele, Corea del Nord, Pakistan, India – e la possibilità che altri Paesi se ne dotino, per esempio l’Iran”. Il tutto in un contesto di tipologia di armamenti profondamente mutato: “rispetto agli anni ’50 la tendenza è a dotarsi di armi nucleari meno potenti, ma questo non significa che ciò rappresenti un ridimensionamento del pericolo. Semplicemente per una maggiore ‘agilità’ di attacco è meglio colpire una città con diverse bombe più piccole che con una da 100 megatoni nel centro”. Un ridimensionamento degli ordigni che potrebbe far pensare all’ipotesi che li ottengano anche attori non statali, come organizzazioni terroristiche e affini: “è una possibilità che non si può escludere – conclude Cotta-Ramusino – ma ritengo molto più attuale e problematico allo stato delle cose lo scenario dell’impiego da parte di uno degli attori coinvolti nelle guerre in atto”. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla