Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Sottostimato l’impatto del climate change su riscaldamenti e dei condizionatori

(17 Settembre 2024)

Roma – Le attuali proiezioni energetiche globali sottostimano l’impatto del cambiamento climatico sui sistemi di riscaldamento e raffreddamento urbani di circa il 50 per cento entro il 2099 se le emissioni di gas serra rimangono elevate. Questa disparità potrebbe influenzare profondamente la pianificazione energetica sostenibile per il futuro. È quanto emerge da uno studio guidato dall’ Università dell’Illinois Urbana-Champaign e pubblicato su Nature Climate Change. Gli studi esistenti si concentrano prevalentemente sui cicli di feedback chimici, che sono processi su larga scala che coinvolgono interazioni complesse tra uso di energia, emissioni di gas serra e atmosfera.

Questo grafico mostra i feedback fisici e chimici indotti dal clima tra un clima più caldo e l’uso di energia per il riscaldamento e il raffreddamento delle aree urbane.
Credito
Grafica di Michael Vincent e Lei Zhao

La nuova analisi invece si concentra sulle interazioni fisiche spesso trascurate tra infrastrutture urbane e atmosfera che possono contribuire ai microclimi locali e, in ultima analisi, al clima globale. “Il calore generato dai sistemi di riscaldamento e raffreddamento è una parte sostanziale del calore totale generato nelle aree urbane”, hanno spiegato i ricercatori. “Questi sistemi generano molto calore che viene rilasciato nell’atmosfera all’interno delle città, rendendole più calde e aumentando ulteriormente la domanda di sistemi di raffreddamento interni, che immettono ancora più calore nei climi locali”. Questo processo fa parte di ciò che i ricercatori chiamano un ciclo di feedback fisico tra l’uso del sistema di raffreddamento degli edifici e il riscaldamento degli ambienti urbani locali. Gli autori notano anche che l’aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico potrebbe potenzialmente ridurre la domanda di energia durante i mesi più freddi, un ciclo di feedback negativo che dovrebbe essere preso in considerazione in qualsiasi proiezione di temperatura e domanda di energia. Secondo lo studio, un minore utilizzo del riscaldamento porterebbe a una minore emissione di calore nell’ambiente urbano, provocando un riscaldamento urbano inferiore rispetto alle condizioni climatiche attuali. “Questo processo forma un ciclo di feedback fisico negativo che potrebbe smorzare la diminuzione della domanda di riscaldamento”, hanno affermato i ricercatori. “Ma non annulla in alcun modo l’effetto del ciclo di feedback positivo. Invece, il nostro modello suggerisce che potrebbe polarizzare la domanda stagionale di elettricità, il che pone una serie di problemi per i quali è necessaria un’attenta pianificazione”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla