Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Progetto mira a prevedere gli effetti a lungo termine dei detriti da calamità naturali

(30 Settembre 2024)

Roma – Un progetto di ricerca da 1 milione di sterline vuole valutare l’impatto di lunga durata di frane, valanghe e inondazioni su comunità spesso situate a centinaia di chilometri di distanza dall’evento. Il progetto, denominato SUPERSLUG e guidato dall’ Università di Plymouth, prende il nome dalle enormi masse di detriti creati da tali disastri naturali, talvolta descritti come “lumache di sedimenti” quando scendono lungo i fiumi. Utilizzando una serie di nuove tecnologie di monitoraggio e sensori, gli scienziati svilupperanno e testeranno modelli per fornire le previsioni più complete mai realizzate su dove, quando e come potrebbero essere avvertiti gli impatti a lungo termine di eventi estremi recenti e futuri. Il Dr. Matt Westoby, professore associato di geografia fisica presso l’Università di Plymouth, è il responsabile del progetto. Ha affermato: “Le regioni di alta montagna come l’Himalaya e le Ande sono tra le più attive e pericolose del pianeta. Gli effetti di un clima globale in cambiamento non faranno che esacerbare tale pericolo, con monsoni più intensi che porteranno a un’attività franosa maggiore e il ritiro della copertura glaciale che causerà instabilità del paesaggio e innescherà inondazioni di vasta portata. Ma mentre gli effetti immediati di quegli eventi potrebbero essere avvertiti localmente nell’arco di poche ore, i grandi volumi di sedimenti che generano potrebbero avere un impatto sui sistemi fluviali per un decennio e più. Attualmente sappiamo molto poco di questi impatti a lungo termine, che possono essere più insidiosi e rivelarsi dopo che la principale fonte di pericolo è passata. Abbiamo urgente bisogno di comprendere i loro effetti sui bacini idrografici fluviali e sulle comunità che dipendono da essi per acqua, energia e per i loro mezzi di sostentamento in generale”. Il progetto si concentrerà su un tratto di 150 km del fiume Gange colpito dal disastro di Chamoli del 2021. Inizialmente innescata da una valanga di roccia e ghiaccio, un’inondazione rapida e carica di detriti ha ucciso più di 200 persone, causando danni estesi e gravi in tutta la regione, anche a preziose infrastrutture idroelettriche e di trasporto.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla