Valentina Arcovio

Le future siccità potrebbero essere più lunghe del previsto

(18 Settembre 2024)

Roma – Le previsioni sui rischi di future crisi di siccità potrebbero essere sottostimate. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Gand e pubblicato su Nature. Gli autori hanno studiato i potenziali errori nelle proiezioni sulla siccità effettuate da una serie di modelli climatici in scenari di emissioni moderate e elevate (scenari SSP2-4.5 e SSP5-8.5 dell’IPCC -Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico). Hanno poi calibrato queste proiezioni con osservazioni storiche del numero più lungo di giorni di siccità consecutivi ogni anno – noto come periodo di siccità annuale più lungo – tra il 1998 e il 2018. Gli autori stimano che gli aumenti del periodo di siccità annuale più lungo previsto entro la fine del secolo dai loro modelli calibrati potrebbero essere in media superiori del 42-44 per cento rispetto a quelli previsti dai modelli non calibrati in entrambi gli scenari di emissioni. Ciò indica che il periodo di siccità annuale più lungo a livello globale potrebbe essere di dieci giorni più lungo di quanto precedentemente previsto tra il 2080 e il 2100. Gli autori hanno anche scoperto che l’aumento della durata del periodo di siccità annuale più lungo previsto dai modelli calibrati in Nord America, Africa meridionale e Madagascar è circa il doppio di quello previsto dai modelli non calibrati. Tuttavia, notano che le future diminuzioni del periodo di siccità annuale più lungo previsto dai modelli calibrati nell’Asia centro-orientale potrebbero essere quasi tre volte maggiori di quelle previste dai modelli non calibrati in entrambi gli scenari di emissioni. Questa scoperta suggerisce un aumento del rischio di precipitazioni e inondazioni più frequenti in alcune regioni. I risultati sottolineano la necessità di una rivalutazione dei rischi di siccità in tutto il mondo ed evidenziano l’importanza di correggere i bias esistenti nei modelli climatici per aumentare la fiducia nelle loro proiezioni. (30Science.com)

Valentina Arcovio