Roma – Scoperti nuovi corpi del Sistema Solare esterno in aree inaspettate. La rivelazione si deve al Telescopio Subaru, che ha condotto osservazioni del Sistema Solare esterno per aiutare a supportare la sonda New Horizons della NASA, la prima missione a osservare la Fascia di Kuiper, sul bordo esterno del Sistema Solare oltre Nettuno, mentre la attraversa. I nuovi oggetti sono probabilmente membri di una popolazione molto più ampia che attende di essere svelata. La scoperta ha profonde implicazioni per la comprensione della struttura e della storia del Sistema solare. In primo luogo, suggerisce che il Sistema solare ha più cose in comune con altri sistemi planetari, il che a sua volta ha implicazioni sulla nostra ricerca di vita al di fuori del Sistema solare. Il telescopio Subaru è alla ricerca di interessanti oggetti della Fascia di Kuiper, KBO, da osservare da vicino per New Horizons sin da prima del lancio della sonda nel 2006. Queste osservazioni in corso hanno già scoperto 263 KBO. Tra questi, 11 oggetti si trovano oltre il limite accettato della Fascia di Kuiper. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le prove dell’esistenza di oggetti al di là del limite esterno della fascia di Kuiper, ma questo studio è significativo perché il gran numero di oggetti trovati in un’area di ricerca relativamente piccola non può essere considerato un caso isolato o un falso positivo. Gli 11 oggetti scoperti questa volta sembrano rappresentare una nuova classe di oggetti che orbitano in un “anello” separato dalla Cintura di Kuiper conosciuta da un “vuoto” in cui si trovano pochissimi oggetti. Questo tipo di struttura ad anello e vuoto è stata ben documentata alla periferia di molti sistemi planetari nascenti osservati dal radiotelescopio ALMA, Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, in Cile.

Distribuzione della distanza degli oggetti della fascia di Kuiper scoperti dall’HSC sul telescopio Subaru. L’asse orizzontale rappresenta la distanza dal Sole agli oggetti, misurata in unità astronomiche (au; 1 au è la distanza tra la Terra e il Sole). L’asse verticale rappresenta il numero di oggetti. Notare il calo del numero di oggetti tra circa 55 au e 70 au. Un simile divario non era stato segnalato in altre osservazioni. (Credito: Wesley Fraser)
“Se questo fosse confermato, sarebbe una scoperta importante”, ha commentato Fumi Yoshida, University of Occupational and Environmental Health Sciences; Planetary Exploration Research Center, Chiba Institute of Technology. “La nebulosa solare primordiale era molto più grande di quanto si pensasse e questo potrebbe avere implicazioni per lo studio del processo di formazione dei pianeti nel nostro Sistema solare”, ha aggiunto Yoshida. “La Fascia di Kuiper del nostro Sistema Solare è sembrata a lungo molto piccola rispetto a molti altri sistemi planetari, ma i nostri risultati suggeriscono che questa idea potrebbe essere nata solo a causa di un pregiudizio osservativo”, ha dichiarato Wes Fraser, del Consiglio Nazionale delle Ricerche del Canada, co-investigatore del gruppo scientifico della missione New Horizons e autore principale dello studio. “Quindi forse, se questo risultato sarà confermato, la nostra Fascia di Kuiper non è poi così piccola e insolita rispetto a quelle intorno ad altre stelle”, ha proseguito Fraser. “La ricerca della vita nell’Universo è ostacolata dal fatto che abbiamo un solo esempio confermato di pianeta in cui è nata la vita: la Terra nel Sistema Solare”, ha aggiunto Fraser. “Con un solo esempio – ha spiegato Fraser – non possiamo stabilire quali idiosincrasie siano state importanti per la comparsa della vita e quali invece siano state irrilevanti”. “Quindi – ha sottolineato Fraser – tutto ciò che possiamo fare per escludere un possibile prerequisito ci avvicina alla ricerca dell’origine della vita”. “Se si conferma che il Sistema Solare si è formato da una nebulosa solare molto più grande, e quindi molto meno insolita di quanto si pensasse, non solo si elimina la “nebulosa madre piccola” dall’elenco dei possibili prerequisiti, ma si aumentano notevolmente le possibilità di trovare un altro sistema planetario che soddisfi tutte le condizioni per la vita, aumentando così la probabilità di trovare vita aliena”, ha precisato Fraser. “Si tratta di una scoperta rivoluzionaria che rivela qualcosa di inaspettato, nuovo ed eccitante nelle zone più lontane del Sistema Solare; questa scoperta probabilmente non sarebbe stata possibile senza le capacità di livello mondiale del Subaru Telescope”, ha affermato Alan Stern, ricercatore principale della missione New Horizons. “Il numero e la distribuzione degli oggetti ai confini del Sistema Solare è una questione da studiare in futuro”, ha sottolineato Stern. “Ma per lo meno – ha concluso Stern – i risultati del Subaru Telescope indicano che nuove scoperte attendono in quello che si pensava fosse un vuoto freddo e noioso al di là della conosciuta Fascia di Kuiper”. (30Science.com)