Gianmarco Pondrano d'Altavilla

USA, nuova decisione Corte Suprema lascia nel limbo la lotta all’inquinamento

(2 Agosto 2024)

Roma – Una nuova decisione della Corte Suprema USA sulle politiche federali anti-inquinamento lascia i rapporti tra governo centrale e Stati in un limbo che crea problemi alla lotta in favore dell’ambiente. E’ quanto sostiene un gruppo di ricercatori dell’Università di Notre Dame che ha analizzato in uno studio su Environmental Management la norma impugnata presso la Corte Suprema. La sentenza ha bloccato il “Good Neighbor Plan” dell’Environmental Protection Agency (EPA), l’autorità federale USA per l’ambiente, che richiede ai cosiddetti Stati “controvento” di implementare piani di miglioramento per ridurre le emissioni di ozono a livello del suolo e l’ossido di azoto da centrali elettriche e altre fonti industriali o in alternativa di conformarsi alle indicazioni generali EPA. Tre stati, Indiana, Ohio e West Virginia, insieme a varie grandi aziende industriali e organizzazioni commerciali hanno fatto causa all’EPA dopo che l’agenzia ha respinto i piani statali, che ha ritenuto insufficienti, e si è mossa per far rispettare il proprio piano. Gli autori del nuovo studio si sono concentrati sulla Sezione 126, una misura tramite la quale gli Stati in questione possono agire e presentare una petizione all’EPA per regolamentare direttamente le fonti di inquinamento atmosferico interstatale. Lo studio ha mostrato che gli stati affrontano diverse sfide nell’uso della misura, rendendola in ultima analisi inefficace. Gli stati possono presentare una petizione all’EPA per regolamentare direttamente le fonti di inquinamento atmosferico, come ossido di azoto, anidride solforosa e particolato, attraverso i confini statali. Tuttavia, quegli stati sperimentano lunghi tempi di risposta, le petizioni vengono accettate raramente e i firmatari sono tenuti a raccogliere prove che dimostrino che i piani di miglioramento sono falliti, il tipo di informazioni interne dalle strutture di origine che gli stati difficilmente otterranno. E’ così che l’EPA decide di procedere con propri piani. Ora la decisione della Corte Suprema – secondo i ricercatori – non risolve la situazione, lasciando la materia in un limbo che non permette una efficace lotta all’inquinamento.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla