Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Mare del Nord, estrazione di petrolio e gas porta aumento dell’inquinamento del 10.000 per cento

(31 Luglio 2024)

Roma – L’estrazione di petrolio e gas dal Mare del Nord può causare un aumento dell’inquinamento di oltre il 10.000 per cento nel raggio di mezzo chilometro dai siti offshore. E’ quanto scoperto da un team di ricercatori dell’Università dell’Essex, dal Museo di storia naturale e dal Centro per l’ambiente, la pesca e le scienze dell’acquacoltura (CEFAS) che ha pubblicato i propri risultati su Science of The Total Environment. Lo studio ha scoperto che nel raggio di 500 metri dalle piattaforme la concentrazione di inquinanti come gli idrocarburi era fino al 10.613 per cento più elevata rispetto ai siti più distanti e non interessati dall’impatto. E i metalli pesanti, come piombo, rame e nichel, erano più alti del 455 per cento entro la stessa distanza. Da decenni i contaminanti si accumulano attorno alle piattaforme e questo studio dimostra un impatto diretto sugli invertebrati marini, che svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi sottomarini, fungendo da cibo per animali più grandi come i pesci. Lo studio ha esaminato i dati di 4.216 specie raccolte tra il 1981 e il 2012 in nove piattaforme petrolifere e del gas al largo delle coste della Scozia e dell’Inghilterra e ha osservato una diminuzione generale del numero di specie e di individui nei sedimenti contaminati. Anche le reti alimentari, che descrivono la rete di interazioni alimentari tra le specie in un ecosistema, sono diventate più semplici e più piccole grazie ai sedimenti presenti entro 500 metri dalle piattaforme petrolifere e del gas. I grandi predatori, come le stelle marine, sono scomparsi più vicino alle piattaforme, mentre organismi più piccoli, come i vermi, sono riusciti a prosperare nei sedimenti contaminati. Zelin Chen, dottorando, ha diretto l’esame dei dati sotto la supervisione del dott. Eoin O’Gorman e della dott.ssa Natalie Hicks, presso la Facoltà di Scienze della Vita dell’Università dell’Essex, e del dott. Murray Thompson e della dott.ssa Elena Couce presso il CEFAS. Chen ha affermato: “Sappiamo da tempo che l’estrazione di idrocarburi può avere un impatto sulla biodiversità, ma questa è la prima volta che si riscontrano tendenze coerenti su diverse piattaforme. Si sono verificati chiari cambiamenti nella diversità e nella composizione della comunità, con una diminuzione generale del numero e del tipo di specie in prossimità delle piattaforme dopo l’inizio della produzione di petrolio e gas. Siamo rimasti sorpresi da quanto sia semplice la rete alimentare vicino alla piattaforma, con i predatori più grandi che sono più vulnerabili ai cambiamenti rispetto ad altre specie”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla