Roma – “In sostanza, questi risultati sono un’ulteriore conferma del fatto che i mattoni della vita potrebbero essere stati prodotti nello spazio e portati sulla Terra”. Lo ha spiegato a 30Science.com, Elisa Biondi ricercatrice della Foundation for Applied Molecular Evolution in Florida, negli USA a proposito della scoperta, annunciata oggi da ricercatori giapponesi su Nature Communications della presenza di precursori di Rna nei campioni prelevati sull’asteroide Rygu dalla sonda Hayabusa. La FfAME è l’unico posto al mondo, con collaboratori dislocati in diversi Paesi, in cui è stato inventato e si utilizza un sistema di informazione genetica artificialmente ampliato (Artificially Expanded Genetic Information System, AEGIS) per condurre esperimenti in laboratorio con l’obiettivo, fra altri, di capire i meccanismi dell’origine ed evoluzione della vita sulla Terra.
“Missioni con ritorno di campioni come quelle dagli asteroidi Ryugu e Bennu – spiega Biondi – sono molto importanti per la migliore comprensione dell’evoluzione di materiale organico extraterrestre, e di conseguenza per lo studio della vita sulla terra, poiche’ permettono l’analisi di materiale extraterrestre in perfette condizioni di sterilitaà, al contrario dei campioni di meteoriti rinvenuti sulla terra, che possono sempre presentare problemi di contaminazione difficili da discernere. E’ opinione diffusa che il trasporto di nucleobasi sulla superficie della Terra da parte di meteoriti in tempi primordiali abbia contribuito alla formazione ed evoluzione prebiotica delle prime macromolecole della vita”. Mentre aminoacidi e altre molecole organiche importanti per l’evoluzione molecolare prebiotica sono state abbondantemente individuate in meteoriti fin dagli anni ’70, in particolare nel famoso meteorite di Murchinson, l’individuazione di tutte le nucleobasi, soprattutto del tipo delle pirimidine, fino a poco tempo fa è rimasta insoddisfacente, poiché, inizialmente, solo adenina e guanina (che sono del tipo purine) erano state identificate.
“Già l’anno scorso – ricorda la ricercatrice – lo stesso gruppo di scienziati coinvolto in questo lavoro pubblico’ un importante articolo, sempre su Nature Communications, dove si annunciava il ritrovamento, in tre diversi campioni di meteoriti del tipo condrite carbonacea, di tutte le nucleobasi presenti negli acidi nucleici degli organismi viventi terrestri. La scoperta di uracile in quantità rilevanti nell’asteroide Ryugu è imporntate soprattutto per il fatto che gli asteroidi ricchi di carbone, come il Ryugu e il Bennu, sono i più plausibili corpi celesti da cui originano le famose condriti carbonacee ricche di materiale organico. L’individuazione di nucleobasi e quella dei loro precursori nell’asteroide forniscono indicazioni su come le nucleobasi possano essersi formate da tali precursori, a seconda delle origini e composizione dell’asteroide, di quali precursori siano ancora presenti, e della posizione relativa di questi composti nell’asteroide stesso (sulla superficie o all’interno). In sostanza, questi risultati sono un’ulteriore conferma del fatto che i mattoni della vita potrebbero essere stati prodotti nello spazio e portati sulla Terra”.(30Science.com)