(30Science.com) ─ Roma, 18 nov. ─ Il secondo intercalare, la correzione temporale che si applica fin dal 1972 al Tempo Coordinato Universale (UTC) per recuperare il ritardo tra il conteggio astronomico dei secondi, basato sulla rotazione della Terra, e quello fornito dagli orologi atomici, sta per scoccare i propri ultimi rintocchi. E’ in corso ora a Parigi una votazione in merito presso il Bureau International des Poids et Mesures (BIPM), cioè l’Ufficio Internazionale dei Pesi e delle Misure, l’organizzazione di metrologia che si occupa di mantenere il Sistema Internazionale delle Unità di Misura nei termini stabiliti dalla Convenzione Metrica.
Circa ogni quattro anni, un giorno in più viene aggiunto alla fine di febbraio, una convenzione di misurazione del tempo nota come anno bisestile. Quel giorno in più è un modo per allineare l’anno solare di 365 giorni con quanto tempo impiega effettivamente la Terra a fare un giro intorno al Sole, che è quasi un quarto di giorno in più. Il giorno aggiunto assicura che le stagioni rimangano stabili piuttosto che spostarsi durante l’anno man mano che la discrepanza si allunga.
Nel 1967 i metrologi di tutto il mondo iniziarono invece a misurare il tempo da zero, con orologi atomici, ma la rotazione della Terra rallenta leggermente di anno in anno, e il secondo astronomico (come il giorno astronomico) è diventato gradualmente più lungo di quello atomico. Per compensare, a partire dal 1972, i metrologi iniziarono a inserire occasionalmente un secondo in più – un secondo intercalare – alla fine di un giorno atomico. In effetti, ogni volta che il tempo atomico è avanti di un secondo intero, si ferma per un secondo per consentire alla Terra di recuperare. Dieci secondi intercalari sono stati aggiunti alla scala temporale atomica nel 1972 e da allora ne sono stati aggiunti altri 27.
Aggiungere quel secondo in più non è un compito da poco. Inoltre, la rotazione terrestre è leggermente irregolare, quindi il secondo intercalare è sia irregolare che imprevedibile. Cinquant’anni fa, quelle qualità rendevano difficile l’inserimento del secondo intercalare. Oggi l’impresa è un incubo tecnico, perché il tempismo preciso è diventato parte integrante dell’infrastruttura altamente informatizzata della società.
“Dal punto di vista tecnico, tutti i colleghi di tutto il mondo concordano sul fatto che dobbiamo fare qualcosa”, ha affermato Patrizia Tavella, attuale direttore del Dipartimento del Tempo del BIPM.
Il processo di quadratura di queste due scale temporali è diventato così indisciplinato che gli esperti del tempo del mondo stanno facendo una proposta audace: abbandonare il secondo intercalare entro il 2035. La civiltà abbraccerebbe completamente il tempo atomico; e la differenza, o tolleranza, tra il tempo atomico e il tempo terrestre non sarebbe specificata fino a quando i cronometristi non escogiteranno un piano migliore per riconciliare i due. Il voto è previsto il 18 novembre in una riunione a Versailles.
Se la risoluzione passerà, separerebbe il cronometraggio degli atomi dal cronometraggio dei cieli, probabilmente per le generazioni a venire. Il cambiamento sarebbe impercettibile per la maggior parte di noi, in termini pratici. Ci vorrebbero alcune migliaia di anni perché il tempo atomico diverga fino a un’ora dal tempo terrestre, ma il secondo è un’enorme quantità di tempo nella tecnologia di internet. Le trasmissioni dei cellulari, le reti elettriche e le reti informatiche sono sincronizzate in minuscole frazioni di secondo.
Tavella è fermamente convinta che, qualunque sarà l’esito della votazione, il tempo manterrà il suo antico legame con le stelle. “Non stiamo abbandonando la rotazione della Terra”, ha detto. “Conosciamo la relazione tra il tempo atomico e la rotazione della Terra”. Le differenze continuerebbero a essere calcolate e rese disponibili, ma non implementate attivamente. (30Science.com)